Pagina:Le mille ed una notti, 1852, VII-VIII.djvu/138

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«Mentre cercava di rimettermi, ella chiamò la sua gente, fe’ loro un cenno, e portarono il cadavere di una giovane, cui era stata tronca e collocata la testa in mezzo al corpo. Riconobbi i lineamenti della donna che avevami venduto il gioiello, e mia moglie allora mi disse: — Non so cosa fare di tali puerilità; ne ho assai più del bisogno; ma ho voluto conoscere se saresti fedele all’impegno assunto di non mai volgere ad altra donna il minimo de ’tuoi pensieri, ed ho mandato questa giovane per provarti. Tradisti la tua promessa: esci dunque dalla mia presenza, e non ricomparirmi più dinanzi. —

«Appena mia moglie ebbe pronunciate sì fulminanti parole, la vecchia, postomi il fazzolelto sugli occhi, mi condusse al solito sito. — Allontanati, sciagurato!» sclamò, e disparve. La deplorabile mia avventura fece su di me tal effetto, che mi misi a correre per le strade qual demente, gridando: — Ah! che bellezza! quanta grazia! e perchè mai tutto ho perduto?» Talchè il popolo, credendomi pazzo, mi condusse a questo spedale, ove rimasi fino ad oggi. — «La storia di quei giovane commosse vivamente il sultano, il quale cadde in una profonda meditazione che durò alcuni istanti, e poi disse al visir: — Per quel Dio che m’investì del sovrano potere, se tu non discopri la moglie di questo giovane, la pagherai colla tua testa.» L’altro chiese tre giorni per fare le sue indagini, ed il sultano li concesse.

«Il visir condusse con sè il giovane mercatante, e cercata indarno per due giorni la casa di quella signora s’informò alla fine da lui se riconoscerebbe il sito in cui gli si bendavano gli occhi, e la porta alla quale venivagli sciolto il fazzoletto. Avendo risposto affermativamente, condusse infatti il ministro ad una porta, dove questi bussò. Si aprì tosto, ed i servi, riconoscendo il visir, e visto con lui il giovane, rima-