Pagina:Le mille ed una notti, 1852, VII-VIII.djvu/184

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«Al tramonto del sole, il giornaliero, tornato a casa, informò dell’avventura la favorita, la quale, la mattina appresso, gli diede cinque pezze d’oro per preparare una dilicata refezione. Obbedì il pescatore, e tornato al palazzo, invitò il sultano ed il visir al frugale suo pasto ed a vedere la schiava. — O, a meglio dire, la mia divinità» aggiunse, «poichè l’ho sempre adorata e rispettata come tale. —

«Il principe ed il visir accompagnarono a casa l’operaio, e furono non poco meravigliati di trovarvi un sì buon pasto, di cui approfittarono; quindi ebbero sorbetto e caffè.

«Desiderando allora il sultano di vedere la giovane, essa non fece che apparire ed involarsi sull’istante; ma il sultano la riconobbe, e disse al pescatore: — Vuoi tu cedermi la tua schiava? — Non posso, sire,» rispose l’altro; «l’amo troppo, benchè non abbia ancor avuta la felicità d’esserne corrisposto. — Non me la negare, te ne scongiuro,» ripigliò il sultano, «e verso sera conducimela a palazzo. — Sarete obbedito,» replicò l’afflitto.

«Al cader del giorno, il nostro povero amante condusse la bella favorita alla reggia, dove gli eunuchi volevano farla entrare nell’harem; ma egli, tenendola strettamente abbracciata, si mise a gridare: - «È mia, è mia, non posso staccarmene.» Il sultano se lo fece venire davanti, e gli narrò tutte le circostanze della perdita della favorita, pregandolo di fargli il sagrificio della sua passione. Il pescatore, non osando resistere alle di lui brame, si rassegnò; il principe gli donò in compenso mille cinquecento pezze d’oro, una bella schiava, un ricco abito, e lo accolse nel numero de’ primari ufficiali nel qual nuovo grado diportossi tanto bene, che non tardò ad essere eletto primo ministro, esercitando la sublime carica con tale talento ed inte-