Pagina:Le mille ed una notti, 1852, VII-VIII.djvu/248

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destino, attese tranquillo che la fiera venisse ad assalirlo. Ma qual non fu la sua maraviglia allorchè il lione, avvicinatosi senza fargli alcun male, ed avendolo guardato fissamente in aria di compassione, gli leccò le mani, e voltosi indietro, si mise a camminargli pian piano davanti, movendo la testa quasi lo invitasse ad accompagnarlo! Il giovane si decise a seguire quella guida singolare. L’animale, salita un’ alta montagna, fermossi di repente dinanzi ad una caverna, la cui porta era di ferro. Allora, scuotendo la fulva chioma e leccando di nuovo le mani al viaggiatore, lo lasciò per rinselvarsi. Ins-al-Vugiud penetrò nella caverna, ed avendo bussato alla porta, gli fu dessa aperta da un venerabile eremita, che lo ricevette con bontà, e recatogli acqua calda per lavarsi i piedi, gli offrì varie sorta di rinfreschi, e gli chiese poi che cosa lo avesse condotto in quel deserto. Avendogli il giovane narrate le sue avventure, il cenobita sclamò: — Il cielo veglia senza dubbio su di te, se quel terribile animale rispettò la tua vita: fatti coraggio; spero che sarai felice, e se la mia assistenza può esserti utile, certo non ti mancherà.» Ins-al-Vugiud ringraziollo della sua ospitalità e delle generose offerte. L’eremita soggiunse che da vent’anni ch’egli abitava quell’antro, non avea mai veduto viso umano, allorchè vari giorni prima del di lui arrivo, errando per le montagne, gli si era offerta allo sguardo, sulle rive del gran lago, una numerosa carovana di uomini e di donne, alcune delle quali riccamente vestite; che parte di quella erasi imbarcata su d’un battello ornato con eleganza, e gli altri, piegate le tende, avean ripreso il cammino ond’erano venuti. — Probabilmente,» continuò il cenobita, «la tua amante sarà stata trasportata nel castello che giace nell’isola in mezzo al lago, ed in tal caso, potrai approdarvi senza pericolo. Quanto al resto, ti sarà di guida la Provvidenza. Io