Pagina:Le mille ed una notti, 1852, VII-VIII.djvu/285

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loro padrona, diede questa ordine d’introdurre il forastiero in un appartamento, dove trovavasi imbandito uno squisito banchetto. Quivi ella gli fece l’accoglienza più affettuosa ed ospitale; insomma, conoscersi ed amarsi fu per quei due giovani cuori l’affare d’un momento, e la malaugurata predizione non tardò ad avverarsi in tutta la sua estensione. Alcuni mesi trascorsero in una reciproca felicità; ma il principe, impaziente di rivedere la famiglia, accommiatossi dalla sua diletta, promettendole di tornar a sposarla, appena avesse soddisfatto a’propri doveri verso i genitori.

«Partì, e per istrada incontrò il mercante che veniva a trovar la figlia; essendosi ambedue fermati nel medesimo luogo, strinsero conversazione, ed interrogaronsi sulle reciproche avventure. Il principe, ben lontano dal sospettare con chi parlasse, raccontò l’ultimo suo episodio; il mercante, vedendo che tutte le cure erano state inutili, dissimulò il proprio affanno, e risolse di ricondurre la figlia a casa, nascondere alla meglio l’accaduto, e non cercar più ormai di lottare contro il destino. Giunto nella caverna, trovò la giovane nello stato più affliggente, e poco dopo, divenuta madre, per togliere agli occhi del mondo quella prova del suo disonore, espose il neonato in un cestello nel mezzo della strada. Il caso vi condusse una carovana, il capo della quale, vinto dalle grazie dell’orfanello, lo raccolse e l’adottò per figliuolo.

«Il principe d’Irak, dopo aver passato un certo tempo nella sua famiglia, si pose in via per tornare dalla bella amica, e scontrossi di nuovo nel mercatante, il quale, ad istanza della figliuola, recavasi nell’Irak, onde informare il principe della situazione della sua diletta. Questi, lieto oltremodo, seguì il padre, e sposò la giovane, conducendola quindi ne’ proprii stati insieme a’ genitori. Dopo lunghe ricerche,