Pagina:Le mille ed una notti, 1852, VII-VIII.djvu/359

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chio, vi parli coi piedi e colle mani, vi offre l’immagine d’un’aiuola di fiori quando su di lei fermate gli sguardi.» — A proposito di rose, ditemi quali sono i fiori più comuni? — Le rose e le viole. — Non m’intendete; parlo come medico: è vero, avete troppi bei colori per poter amare i fiori bianchi; ma in somma.... — Basta!» sclamò la bella Teveddud. «Ben si vede che siete medico; siccome non potete uccidermi co’ vostri rimedi, volete farlo co’ quesiti. Commendatore de’ credenti, «disse poi, volgendosi al califfo, «permettete che l’interroghi a mia volta. Qual è l’acqua che trovasi ora dolce, ora amara, che avvelena le ferite e talora le guarisce, ch’è il sorbetto de’ mortali quando ricevono la vita e quando la lasciano? —

«Il dottore fu muto. Gli tolse la schiava il mantello, e poi seguitò: — Sono le lagrime, poichè piangiamo ora di dolore e disperazione, ed ora di gioia e di felicità; piangiamo nascendo e piangiamo morendo. —

«Un astronomo1 presentossi quindi in vece del dottore per interrogare la bella Teveddud, la quale l’accolse sorridendo, poichè ben sapeva che i suoi occhi darebbero all’astronomo maggior imbarazzo che non tutte le stelle del mondo.

«— D’onde levansi il sole e la luna, e dove vanno quando spariscono? — Escono dalle sorgenti d’Oriente e si posano in quelle dell’Occidente. Tali sorgenti sono in numero di ventiquattro. Il sole è il re del giorno, la luna regina della notte. Dio ha detto nel Corano:

  1. L’astronomia fu un tempo lo studio favorito de’ Musulmani, ed in oggi quasi intieramente negletta tra loro, sebbene trovinsi nelle loro biblioteche molti libri intorno a tale materia. Ad onta de’ soccorsi che loro hanno somministrato i Greci, pare che gli Arabi abbiano fatto in questa scienza pochi progressi. Il talento di calcolare un’eclissi basta oggi per meritar appo di essi fama di astronomo abilissimo.