Pagina:Le mille ed una notti, 1852, VII-VIII.djvu/379

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suoi libri che Salomone era sepolto col suo anello in dito nell’isola de’ Sette mari, inaccessibile ai geni ed agli uomini. V’era una sola pianta al mondo, la quale potesse infondere, in chi fosse sì fortunato di ritrovarla, i mezzi di approdare a quell’isola; bastava fregarsi i piedi col succo di detta pianta per camminare senza pericolo sui flutti di tutti i mari: del resto, nessuno conosceva tale pianta; la regina sola dei serpenti poteva indicarla a coloro che desiderassero di possederla, Belukia fece le sue divozioni a Gerusalemme, ed un giorno che dedicavasi a quelle sante occupazioni, gli si avvicinò il sapiente Offan, e gli fece le domande che soglionsi rivolgere ai viaggiatori. Belukia gli narrò la sua storia, la quale destò nel savio grandissima maraviglia. — Conducimi alla regina de’ serpenti,» gli disse, «e ti giuro di farti vedere Maometto, profeta di Dio, poichè il tempo in cui deve comparire non è lontano; ma per riuscire nella nostra impresa, dobbiamo cominciare dal chiudere in una gabbia quella regina; la condurremo poi sui monti e per le selve affichè ci faccia cono-

    antichi tempi e de’ moderni. Il potere gli fu accordato non solo sopra gli uomini e gli animali, ma anche sui geni ed i peri: era il padrone ed il sovrano de’ corpi e degli spiriti. E’ sarebbe troppo lungo riferire qui tutte le favole che raccontasi intorno a’ suoi amori con Balkis, regina di Saba; sopra il suo gran visir Assaf il Simorgh, e riguardo a tutte le particolarità maravigliose del suo regno. L’anello di cui qui si tratta, rappresesenta una gran parte nelle finzioni orientali. Le parole seguenti vi stavano incise in figura triangolare od in caratteri ebraici: A hamdu hllahi Allahu akber; cioè: Lode a Dio, Dio è massimo. Allorchè Salomone portava in dito questo anello maraviglioso, dice Scemseddin Fassi, citato dal barone di Sacy nelle sue note al Pend-Nameth, le belve, gli uccelli, i pesci, i geni e gli uomini obbedivano alla sua voce, e recavansi appo di lui per eseguirne gli ordini. Quel sigillo aveva appartenuto ad Adamo prima del suo peccato; gli fu tolto, dopo scacciato dal paradiso, e Salomone l’ebbe dall’angelo Gabriello.