Pagina:Le mille ed una notti, 1852, VII-VIII.djvu/397

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trattenuto dal timore di Dio, rovescerebbe con un sol movimento l’abisso, l’oceano, il pesce, il toro, lo scoglio e l’angelo che porta la terra. Allorchè fu creato quel serpente mostruoso, Iddio gli disse: «Apri la gola.» Aprì il drago la gola, e Dio vi collocò l’inferno, che vi rimarrà sino al dì del giudizio. In tal giorno, manderà un angelo con ritorte per condurre l'inferno alla sua presenza, ed allora gli comanderà di spalancarne le porte, le quali vomiteranno torrenti di fuoco eterno. —

«Tali sublimi misteri produssero su Belukia sì profonda impressione, che struggeasi in lagrime, e preso commiato dall’angelo, trovandosi allora all’estremità della terra, ripigliò la via dell’Arabia. Giunse vicino ad una porta immensa e risplendente, custodita da due guardiani, uno colla testa di leone, l’altro colla testa di toro; costoro volsero le medesime domande fattegli sì spesso, e cui era costretto, per rispondervi ogni volta, di fare l’esposizione delle sue avventure. I custodi, a lor volta, gli dissero come fossero posti in quel sito per difendere l’ingresso della porta; ma non sapevano neppur essi che cosa racchiudesse, poichè niuno aveva il potere di aprirla, tranne l’angelo Gabriele, l’inviato del cielo. Belukia si pose all’istante in orazione, perchè Dio gli facesse aprire da Gabriele, ed esaudita la sua preghiera, l’angelo comparve, tenendo nella sinistra una grossa chiave, colla quale aprì la porta a Belukia, e quindi glie la chiuse dietro. Trovossi questi in una volta sotterranea e senza limiti, dov’era il confluente di tutti i mari e di tutte l’acque della terra, in mezzo alle quali ergevansi due montagne di rubino, alla cui cima passeggiavano due angeli che cantavano le lodi di Dio e del Profeta. Gli angeli dissero a Belukia d’essere i custodi di quel maraviglioso serbatoio, e come distribuissero per infiniti canali alla terra intiera le acque dolci e salate, che tro-