Pagina:Le mille ed una notti, 1852, VII-VIII.djvu/427

Da Wikisource.

17


in barca per inseguire la gazella, e i due mamelucchi, riconoscendo il padrone, geltaronsi ai suoi piedi e glieli bagnarono di lagrime.

«Provò Giansciah grande allegrezza per quell’incontro, e ordinò loro di andar ad annunziare il suo ritorno al padre, mentr’ei lo attenderebbe nel luogo dove trovavasi. I mamelucchi sollecitaronsi a portare la lieta notizia a Tigmos, il quale ne fu sì lieto, che incaricò il visir di dare a ciascuno de' due mamelucchi un abito d’onore del valore di mille pezze d’oro. — Come sta mio figlio?» chiese il re. — Benissimo,» quelli risposero,«ed ha seco una huri, cui sembra abbia condotto dal paradiso.» Tigmos, non sapendo più contener l’allegrezza, fe’ suonare i cimbali per annunziare in tutta la città il ritorno del diletto figlio, poscia gli andò incontro con tutto l’esercito e coi grandi dell’impero. Il re ed il principe versarono molte lagrime di gioia al rivedersi dopo sì lunga assenza; la musica regia non cessava di suonare giulive sinfonie, e Giansciah entrò nella città in trionfo. Il re fece innalzare per Scems un padiglione di raso rosso, dov’essa ricevette in gran pompa la visita del re e del consorte. Il primo pregò il figlio di narrargli le sue avventure, cosa ch’egli fece senza trascurare la minima circostanza. Allora Tigmos sclamò: — Lode a Dio che ti ha finalmente restituito all’amor nostro! E voi, vezzosa mia figlia, cosa posso fare per esservi grato? - Sire,» rispose. Scems, «poichè vi compiacete permettermi di volgervi una domanda, vi pregherò di farmi costruire un padiglione in mezzo ad un giardino inaffiato da ruscelli. —

«In quel frattempo, giunse la madre di Giansciah, ebbra di contento pel ritorno del figliuolo, cui credeva perduto per sempre, e rimase incantata della giovane, la quale le fece la sua corte e recossi