Pagina:Le mille ed una notti, 1852, VII-VIII.djvu/429

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qualche mercante, qualche viaggiatore che ci darà notizia del palazzo de’ Diamanti, per andarvi a cercare la tua sposa.» E immantinenti comandò di far venire alla sua presenza tutti i mercanti, viaggiatori e forastieri che si trovavano ne’ suoi stati; ma nessuno di loro conosceva il palazzo di Diamanti. Allora mandò emissari da tutte le parti per cercar di scoprire quel palazzo, e per due mesi interi si percorsero inutilmente le città, l’isole ed i regni vicini. Disperato del cattivo esito di simili tentativi, recossi da suo figlio per riferirgli come fossero tornate vane tutte le ricerche, e trovandolo in mezzo ad una turba di musici mandati per calmare la violenza della sua disperazione, fece tutti gli sforzi per richiamarlo alla ragione, ma indarno.

«Regnava allora nelle Indie un re potentissimo, chiamato Kefid, che adorava il sole. Comandava quel principe mille bravi capitani, che avevano sotto i loro ordini mille altri bravi soldati ciascheduno; possedeva mille fortezze, e formidabile n’era la potenza. Kefid era nemico di Tigmos, e come il dolore di questi e le cure paterne gli faceano trascurare gli affari dell’impero, Kefid pensò favorevole il momento per saziare l’antico odio. Adunati i consiglieri: — Dimenticaste,» disse loro, «che mio padre e mio fratello caddero sotto la scimitarra di Tigmos? Chi, di voi non ha da vendicare parenti immolati, beni rapiti? Il dolore in cui l’immerge suo figlio non gli permette in questo istante di pensare alla difesa; non sono guardate le frontiere; l’esercito disperso. Approfittiamo del tempo, ed appaghiamo la nostra vendetta! — Approfittiamo del momento,» sclamarono tutti i membri del consiglio. Ed usciti per correre all’armi, in meno di sette giorni un grosso esercito rumoreggiava alle frontiere di Kabul.

«Infuriò Tigmos, quando seppe che il formidabile