Pagina:Le mille ed una notti, 1852, VII-VIII.djvu/445

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fontana di vita. Belukia si alzò onde allontanarsi per rispetto; ma l’uccello gl’impose di restare seduto.

«Khizr pregò Belukia di raccontargli la sua storia, cosa ch’ei fece senza obliare la minima circostanza, e poi disse al venerando profeta: — Permettete ora di farvi un’interrogazione: quanto c’è da qui all’Egitto? — Ci vogliono trentacinque anni di cammino,» rispose il profeta.

«Belukia si strusse in lagrime a tale risposta, e presegli le mani, le baciò dicendo: — Liberatemi, ve ne prego, da questi viaggi perpetui in regioni straniere! — Tergi il pianto,» riprese Khizr; «Dio ascoltò la tua preghiera, e mi ha mandato per ricondurti in Egitto. Afferrami colle braccia intorno al corpo, e chiudi gli occhi!» Fece il giovane quanto

    d’un mantello verde. Allorchè la terra nella primavera ringiovanisce, è Khizr che adorna gli alberi delle verdi loro chiome e distende il verde tappeto dei prati; è egli che scopre le fontane, ed alla porpora di cui coloransi i cieli alla sera mescola le tinte d’un verde leggiero. Esiste sulla terra in gioventù e bellezza eterna, mentre l’età degli uomini e le rivoluzioni della natura seguono l’invariabile loro corso. È perciò che le pianure verdeggianti e l’acque fuggitive, siccome immagini della giovinezza e della vita, sono poste sotto la sua protezione speciale. Khizr è uno dei principali personaggi della mitologia degli Orientali: è la potenza vitale personificata, che anima tutta la natura, e del continuo la ringiovanisce; il preservatore del pericolo, la guida nel deserto della vita, come fu pure la guida di Mosè in un viaggio che intraprese per convincersi del destino e della predestinazione. Questo profeta misterioso rappresenta, nel mondo delle apparizioni, una foggia di Nemesi che deprime e castiga l’orgoglio e gli eccessi del potente; per cui apparisce dovunque come un messaggero della vendetta contro i re. — Lo sceik Abu Ferali Abderrahman Ben Alì, sopranominato Ibu Giusi, compose, su questo custode della fontana della vita, un’opera speciale scritta in arabo, ed intitolata: Jgialet-al-muntazir fi scerhi halil-Khizir, cioè la Premura dell’aspettazione, per lo schiarimento della condizione di Khizr. Veggasi il Rosenoel, o Tradizione degli Orientali, del sig. di Hammer, tom. I, pag. 117.