Pagina:Le mille ed una notti, 1852, VII-VIII.djvu/683

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non il titolo; sappiate che abbiamo ricevuto la vostra lettera, la quale è la prova più evidente della vostra stravagante sciocchezza. Se non fossimo trattenuti dall’umanità e dal diritto delle genti, avremmo già fatto impiccare il vostro ambasciatore. Circa alla morte de’ miei visiri, convengo d’averli fatti perire, ma ne aveva il diritto. Quanto ai savi, ne ho centomila altri per sostituirli. Nel mio regno, i fanciulli stessi sono una maraviglia di saviezza e di sapere. Un solo de’ miei guerrieri equivale ad una legione, e basterebbe per mettere in fuga un intiero squadrone de’ vostri. Inesauribili sono i miei tesori: l’oro è comune nelle mie miniere quanto le pietre. Gli abitanti de’ miei stati godono della più brillante prosperità. Voi credete esigere da me una cosa impossibile, domandando che vi faccia edificare un palazzo in mezzo al mare. Ebbene! lo farò costruire ad onta del furore dei venti e dell’onde. Venite a compiere le vostre minacce, e riceverete di mia mano il castigo dovuto. Peccaste contro Dio, e sarete punito. Vostra pena sia mandarmi sul momento un tributo od io marcerò contro di voi con un milione di guerrieri. Vi concedo tre anni di dilazione invece dei tre giorni che mi avevate concessi nel vostro acciecamento. Voglio risparmiare i vostri popoli, perchè non m’hanno offeso; voi solo porterete la pena della pazzia e temerità vostra. Addio.»»

«Terminata ch’ebbe il giovane segretario questa lettera, trasse di tasca un pennello e colori, e fece sulla carta bianca che rimaneva il proprio ritratto; poi vi scrisse sotto: — È questo il sembiante del segretario di stato dal quale vi feci scrivere la presente risposta: come vedete, non è che un fanciullo. Perciò giudicate se i miei visiri sono veramente saggi. —

«L’ambasciatore baciò la terra e se n’andò, lietissi-