Pagina:Le mille ed una notti, 1852, VII-VIII.djvu/685

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medesima guisa. Quando seppimo che avevate fatto perire i vostri visiri, fummo effettivamente inquieti sulla vostra prosperità, e tememmo che il male, propagandosi, non giungesse sino a noi. Prendemmo per voi i più teneri pensieri, ma avendo veduto la saggezza nella vostra risposta, ch’era pur dettata da un fanciullo, cessarono tutte le nostre inquietudini, e ci siamo perfettamente rassicurati sui destino del vostro impero.»

Questa lettera, accompagnata da ricchissimi regali, fu mandata sotto scorta di cento cavalieri, e Vird-Khan fu trasportato di giubilo per simile ambasciata. Fe’ chiamare il figliuolo di Scimas, e gli ordinò di leggere la lettera. Parlò quindi con alterigia al capo della deputazione, e gli diresse una quantità di rimproveri pel suo padrone, mentre l’ambasciatore gli faceva le più umili scuse. Vird-Khan comandò al figlio di Scimas di dare una risposta favorevole, e ciascuno ammirò l’eleganza del suo stile; l’ambasciatore, specialmente, non poteva riaversi dalla sorpresa, e ringraziò il cielo d’essere venuto con una lettera di scusa, e tornarsene carico di doni.

«Da quell’istante non cessò di regnare la buona intelligenza tra i due regni. Vird-Khan cangiò condotta, e diede prova del sincero suo pentimento, rinunziando alle donne, e dedicandosi con zelo agli affari di stato. Il figliuolo di Scimas fu innalzato alla dignità di gran visir, e le allegrezze per la città durarono sette intieri giorni.

«— Ed ora cosa dobbiamo fare,» disse Vird-Khan al giovane visir, «per riparare i mali de’ quali ho oppresso i miei sudditi? — Bisogna estirparè la radice del male,» rispose il giovine Scimas, «o continuerà i suoi guasti. — Ma qual è l’origine del male?» chiese il re. — Le donne; » fece il visir; «sono esse che turbano le migliori teste, che tra-