Pagina:Le mille ed una notti, 1852, VII-VIII.djvu/730

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mente questa borsa; potrebbe giovarti, se qualche volta avessi a mancare di denaro.» L’occasione se ne presentò in breve, perocchè ad una giornata di viaggio da Bagdad, Katnar-al-Zeman fu assalito dai Beduini, che saccheggiarono la caravana, uccisero gli schiavi e lasciaronlo come morto immerso nel suo sangue.

«Non essendo però che leggermente ferito, trovossi in breve in grado di proseguire il suo cammino: di tutte le sue ricchezze più non gli restavano che i suoi anelli, cui si era diligentemente nascosti nella cintura. Si diresse verso Basra, dove giunse precisamente di venerdì: le vie erano deserte, aperte le botteghe; infine tutto stava come aveva detto il dervis. Poco dopo Kamar-al-Zeman udì un gran rumore; era la dama colle sue quaranta schiave. Si nascose, ed all’aspetto di quella straordinaria bellezza venne meno. Allorchè risensò, le strade erano piene di gente, e ciascuno andava pei fatti suoi. Kamar-al-Zeman entrò da un gioielliere per vendere le sue gemme; poi, comprati abiti magnifici, si recò, al bagno e coricossi per dormire.

«II giorno seguente, Kamar-al-Zeman andò da un barbiere per far toletta, e, pagatolo generosamente, parlò di quanto aveva veduto il giorno innanzi, e gli chiese chi fosse quella dama. — Figliuol mio,» rispose il barbiere, «guardatevi dal parlarne, chè ci va della vostra vita; se si sapesse che foste testimonio delle cose onde mi parlate, sareste perduto senza rimedio. Per dire la verità, non so nemmen io che cosa abbia potuto dar luogo a questo avvenimento; è un mistero che mette in affanno tutta la città. La gente vi muore come mosche: taluni per l’imprudenza di farsi vedere per le strade; altri si tormentati dalla curiosità, che vi soccombono. Quanto a me, non ho mai cercato di penetrare il segreto, ma poichè