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mandato nell’8 giugno 13901 ordinando agli ufficiali della moneta di fare i piccoli in ragione di 10 soldi e con 16 carati d’argento per oncia, cioè più pesanti, ma meno buoni dei precedenti; pesano infatti grani 4 8/10 invece di 3 84/100, e contengono 128 carati d’argento invece dei 160 per marca, che avevano secondo le proporzioni indicate dal decreto del 4 giugno 1385.

Oltre alle notizie relative alla fabbricazione delle monete, possiamo conoscere dai documenti dell’epoca come si pagavano gli operai, e la cura costante di dar loro occupazione, quando per circostanze imprevedute diminuiva o mancava il lavoro. Rileviamo pure le competenze degli ufficiali e degli operai, e le modificazioni portate dai tempi e dalle circostanze, nonchè le paghe ed i nomi degli intagliatori della zecca, che non è senza utilità ricordare. Nel 21 dicembre 13912 il Maggior Consiglio accorda 50 ducati annui di salario ad Antonio dalle forbici, che lavora da 16 anni facendo ferri a moneta pro fabbricandis monetis, ed anticamente aveva 60 ducati, ridotti a 40 per la guerra di Genova. Nel 31 marzo 13943 lo stesso Maggior Consiglio concede il salario di 20 ducati all’anno a Lorenzo e Marco di Bernardo Sesto intagliatori di ferri da monete, che si adoperano per coniare grossi, soldini, piccoli e tornesi: — nel 13 settembre dello stesso anno4, lo aumenta a 30 ducati annui per ognuno, in vista del gravoso lavoro quotidiano.


  1. R. Archivio di Stato. Collegio, Notatorio reg. IV, carte 164 t. — Capitolare delle Brocche, carte 6 tergo.
  2. R. Archivio di Stato. Maggior Consiglio Grazie, reg. XVIII, c. 25. — Capitolare delle Brocche, carte 8.
  3. R. Archivio di Stato. Capitolare delle Brocche, carte 9.
  4. R. Archivio di Stato. Maggior Consiglio Grazie, reg. XVIII, carte 84 t. — Capitolare delle Brocche, carte 9.