Pagina:Le monete di Venezia.pdf/254

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michele steno 237

smatici per il suo valore e per lo stemma che vi è raffigurato; ma essa va collocata in un capitolo speciale dedicato alle monete anonime, che, mancando della data e del nome del doge, non possono sempre con sicurezza essere attribuite ad un principe piuttosto che ad un altro.

Venezia nel 1404 acquistava il possesso di Scutari nell’Albania, dove esisteva già una zecca, che continuò a battere monete secondo i sistemi monetari ed i tipi locali, con S. Stefano protettore della città da un lato e dall’altro il leone in soldo colla iscrizione S. MARCVS VENETIARVM. Lazari, nel suo lavoro sulle monete dei possedimenti, dubitava della esistenza di quella officina e riteneva lavorate a Cattaro le monete col nome di Scutari, ma alcuni documenti, rinvenuti più tardi dimostrano chiaramente che la zecca di Scutari lavorò per ordine del Senato sino alla metà del secolo XIV.

Non è mia intenzione di occuparmi per ora della zecca di Scutari, nè di quella che ebbe Cattaro, venuta in possesso dei veneziani nel 1420; forse, potranno esse dare argomento ad appendici speciali, che saranno non inutile complemento allo studio delle monete della zecca di Venezia.