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e prime monete di venezia 35

monete fu l’imperatore Ottone, e si può ragionevolmente supporre che i Veneziani abbiano approfittato della concessione di Rodolfo almeno al tempo di Ottone, copiando il tipo dei denari imperiali dell’epoca, colla sola aggiunta del nome di Venezia. In tal modo sarebbe rimasto per tradizione lo stesso tipo sulle monete coniate dai Veneziani coi nomi dei successori di Ottone, mentre non sarebbe naturale che ai tempi di Corrado e di Enrico si scegliesse un tipo già antiquato. Osservo ancora che in quell’epoca ogni zecca continuò collo stesso suo tipo le monete degli imperatori che sì succedevano, per cui di ogni sovrano abbiamo tipi diversi secondo le zecche, onde la probabilità che anche Venezia abbia continuato la propria tradizione nel tipo delle sue monete.

Le monete coniate in questo periodo, e cioè dalla fine del secolo X fino a quando Venezia impresse il nome dei dogi sopra i suoi denari, furono interpretate diversamente da’ numismatici; per maggior facilità di descrizione; li divideremo in due gruppi: il primo composto dei nummi stampati nell’ultimo quarto del secolo X e nei primi anni dell’XI, il secondo di quelli che, portando il nome dell’imperatore Enrico, hanno la effigie di S. Marco e si devono giudicare posteriori al 1094, ma comprendono un tempo più lungo di quello del regno del terzo Enrico.

Il primo gruppo si compone di tre monete che hanno lo stesso rovescio e sono talmente somiglianti per il tipo, per il peso e per la forma delle lettere, che bisogna conchiudere essere state coniate in un’epoca assai vicina. Quella che porta il nome di Corrado fu per la prima volta descritta dal Bianchi di Rimini nelle Novelle letterarie del Lami1 nel 1757, e fu da tutti i numismatici attribuita all’imperatore Corrado il Salico, che regnò dal 1027 al 1039, perchè il primo Corrado fu solo re di Germania e non si occupò mai delle cose d’Italia. Quella di Enrico fu attribuita ad Enrico il Santo primo imperatore di tal

  1. Lami, Novelle letterarie, anno 1757, coll. 138.