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di anacreonte. 33


ALLA SUA DONNA.


ODE XX.


Già la feconda Niobe
     In ruvido macigno
     Sulle colline Frigie
     Fu convertita un dì. 4

E un dì la vaga e bella
     Sposa del crudo Tereo
     Si vide in rondinella
     Cangiata ancor così. 8
 
Cangiarmi in vetro lucido,
     Mio bene, anch’io vorrei,
     Perchè il tuo volto amabile
     Veder potessi in me. 12

O in ricco manto adorno
     Gli Dei mi trasformassero
     Per esser qualche giorno
     Portato almen da te. 16