Pagina:Le opere di Galileo Galilei II.djvu/14

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avvertimento 11

a lui meglio corrispondente alla intenzione dell’Autore. Il vero è, però, che il codice da lui posseduto e spesso seguito, cioè quello che noi abbiamo chiamato a, è, come presto diremo, tra i peggiori, se non forse il peggiore e il più arbitrario; e così molte lezioni del testo Venturi, dovute soltanto alla licenza del copista di a, mancano dell’appoggio dei restanti manoscritti: inoltre l’editore bene spesso, trovando nella sua guida lezioni errato e senza senso, non si valse, per correggerle, degli altri esemplari, ma emendò a capriccio. S’aggiunga ch’egli ammodernò, secondo il costume della critica contemporanea, le forme della lingua; e modificò la divisione in capitoli, e le figure illustrative.

Il testo pubblicato nelle posteriori edizioni, è copia di quello del Venturi, salvo alcune leggiere mutazioni, delle quali non vien reso alcun conto.

Noi, risalendo alle fonti, abbiamo stimato opportuno di mantenere distinti l’uno dall’altro i due Trattati, dei quali possiamo ben dire che il primo vegga la luce ora soltanto in tutta la sua integrità. Abbiamo apposto a questo il titolo di Breve istruzione all’Architettura Militare, desumendolo dalle ultime linee dell’opera: il che ci è sembrato partito più sicuro, che non fosse lo accettare un più lungo e specificato titolo, il quale si legge nell’uno de’ due codici1. Il Trattato è accompagnato, ne’ manoscritti, da alcuni Preliminari geometrici, nei quali, ed in particolar modo per ciò che si riferisce alla costruzione di certe figure regolari, non si devono cercare procedimenti rigorosi, ma semplici suggerimenti di costruzioni approssimate, aventi per iscopo la più facile e più comoda applicazione pratica. Noi tuttavia abbiamo riprodotto i detti Preliminari, giudicandoli parte dell’opera stessa; al qual proposito è da avvertire, che in maniera consimile incominciano alcuni dei più riputati libri dettati su tale materia all’incirca nel medesimo tempo, come sono quelli del Cattaneo, del Lanteri, del Lorini e del Fiammelli2. Ai Preliminari abbiamo fatto seguire completo il Trattato, attenendoci, anche quanto alla lezione, con fedeltà ai due codici ambrosiani.

La diligente collazione di questi ci ha dimostrato che il testo da essi offerto è sostanzialmente il medesimo, e che le differenze sono pressochè tutte di grafia, e nè troppo frequenti, nè troppo gravi. È molto probabile perciò che ambedue i codici siano derivati da uno stesso originale3: come è certo che e l’uno e l’altro sono stati trascritti da copisti veneti; e lo dimostrano abbastanza certe alterazioni, di carattere dialettale, che spesso si sovrappongono alle forme toscane. Il cod. A presenta alcuni manifesti errori, che accusano l’ignoranza del copista, e che sono

  1. Vedi pag. 23.
  2. Crediamo dover oltre a ciò avvertire, che nell’opera di questo (Il Principe difeso, ecc. In Roma, appresso Luigi Zannetti, M. DC. IIII) trovansi qua e là, ma soprattutto nel capitolo «Delle fortificazioni di terra, e suoi preparamenti e avvertenze» (pag. 114-118), riprodotti quasi esattamente alcuni passi e figure del Trattato galileiano; sia che il Fiammelli attingesse al nostro Autore, o ambedue ad una medesima fonte.
  3. Indizio di intimi rapporti tra i due codici è anche il fatto che le leggende, le quali accompagnano lo figure, pare siano in ambedue della medesima mano.