Pagina:Le opere di Galileo Galilei II.djvu/143

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140 trattato

si faranno alcuni pastoni, lunghi circa un braccio, e grossi un quarto, e si faranno ben seccare, mettendoli di poi in opera in luogo delle piote: e se tra la terra s’impasterà pula di grano o altre biade, fieno trito, paglia battuta, vette di scope, scotolature di lino o canapa, sarà bonissimo. E acciò che il terreno stia più unito insieme, si pigliano delle scope, o vero altri legnami forti e sottili, come castagno o quercia; e presone quante commodamente n’entrano in una mano, tenendo fermi i pedali, s’avvolge e s’attorce il resto: doppo destramente s’addoppiano, torcendo pur sempre; e così addoppiati, si legano con ginestre o giunchi in due o tre lati, facendo le manocchie, come si vede per i disegni K, LM: e di queste se ne preparano gran quantità. Usansi ancora, e saranno migliori, le manaiole fatte come si dirà: pigliansi scope, che abbino da i loro pedali un poco di ceppo, e si legano in due luoghi vicino a i pedali, lasciandole verso l’altra estremità sparse, come si vede NO. Oltre a ciò, per mettere a filo i pastoni e le piote, fa di bisogno avere alcuni coltellacci grandi, simili al disegno P. In oltre, per battere e serrare bene insieme i pastoni e le piote, s’averanno certe me, stole lunghe e di legname grave. E perchè la terra, che si doverà mettere sopra le manocchie e manaiole, deve esser trita e netta da i sassi, si farà provi-

1. certi pastoni, C — 5-6. reste di scope, B — scotolatura, C — 8-9. si piglino, B, n; si piglieranno, C — 12. entreranno, B — 13. Di poi destramente, C — 15. mannocchie (e così appresso), C — 17. mannaiuole (e così appresso), C — 19-20. Oltre ciò, B —