Pagina:Le opere di Galileo Galilei II.djvu/155

Da Wikisource.
152 avvertimento.

stessa bontà fosse il prodotto di qualche ben avveduta correzione: dal codice p, invece, e da quelli che più gli stanno presso, abbiamo dovuto non una sola volta allontanarci, per seguire la lezione dei codici della classe B o di n, in cui fondatamente presumemmo, in questi casi, di riconoscere una lezione più genuina, e quale ce l’avrebbe offerta il codice a, se ci avesse soccorso fino al termine del Trattato1. In pochi luoghi fummo, infine, costretti ad emendare la lezione corrotta di tutti gli esemplari manoscritti2.

Stabilito con queste norme il testo, raccogliemmo a pie di pagina alcune delle più notabili varianti degli altri codici. Trascurammo però sempre le differenze, altrettanto gravi, quanto sicuramente arbitrarie, offerteci dalla classe B e da n, nei passi in cui abbreviano il testo di A; e notammo le varietà di detti codici quasi soltanto ne’ casi, in cui esse venivano ad avere importanza relativamente alle varietà de’ codici della classe A. Perciò il non trovare registrata, tra le varianti di un dato passo, la lezione di B o di n, non si può avere come indizio che B od n leggano conforme al testo da noi preferito. Nè sempre abbiamo tenuto conto di differenze offerte dalla maggior parte degli altri codici, o anche da tutti, contro il solo a; poichè questo fatto ci persuadeva soltanto che la lezione buona di a non aveva avuto seguaci, laddove quella scorretta di molti altri codici risaliva ad un solo esemplare, guasto, ma che era stato largamente prolifico. Nel resto, sia quanto al seguire rispetto alla grafia il codice preferito, sia nell’annotare le varianti, si tennero criteri analoghi a quelli che avemmo occasione di esporre a proposito delle Fortificazioni.

Abbiamo creduto di poter trascurare del tutto le varianti offerte dalle edizioni. Il presente Trattato fu pubblicato la prima volta in Ravenna nel 1649 da Luca Danesi3, quando già da quindici anni era stato tradotto in francese e stampato a Parigi dal P. Marino Mersenne4. L’edizione del Danesi mostra d’essere stata condotta sopra un codice spesso assai vicino a quelli della classe B,

  1. La classe B ci fornì, per esempio, la felice restituzione del passo di pag. 189, lin. 11-13, guasto in tutte le stampe precedenti, meno che nella Ravennate.
  2. Tra questi luoghi è notevole particolarmente uno della pag. 183, nella quale manca il cod. a; dove, a l. 5, dovemmo correggere la proporzione del momento, di tutti i codici, in il momento: e ci parve emendazione più conforme all’intenzione dell'Autore, e meglio appoggiata anche dal confronto del passo di l. 10-15, che quella, seguita da alcune delle edizioni precedenti, di mutare a l. 7 avere la medesima proporzione che la linea in essere la medesima che la proporzione della linea; sebbene quest’ultima correzione potrebbe parere in qualche modo giustificata dalla lezione della classe B. — A l. 8-13, invece, della pag. 181 rispettammo il testo di tutti codici, apparentemente guasto, ma che dovemmo persuaderci aver carattere di genuinità, e, perciò, a torto corretto dall’edizione Fiorentina del 1718 e da quelle che la seguirono.
  3. Della Scienza Mecanica, e delle Utilità, Che si traggono da gl’Istromenti di quella. Opera cavata da manoscritti dell'Eccellentissimo Matematico Galileo Galilei, dal Cavallier Luca Danesi da Ravenna, ecc. In Ravenna, Appresso gli Stamp. Camerali. 1619.
  4. Les mechaniques de Galilèe Mathematicien & Ingenieur du Due de Florence. Avec plusicurs additions rares, & nouvelles, utiles aux Architectes, Ingenieurs, Fonteniers, Philosophes, & Artisans. Traduites de l'Italien par l. p. m. m. A Paris, chez Henry Guenon. M. DC. XXXIV. — Tanto sulla prima edizione del testo italiano, quanto su questa traduzione francese, vedi Favaro, Rarità bibliografiche ecc., pag. 16-22.