Pagina:Le opere di Galileo Galilei II.djvu/227

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224 trattato della sfera


Se noi, insieme con la terra, ci movessimo verso oriente con tanta velocità, ne seguiteria, che tutte l’altre cose, dalla terra disgiunte e separate, apparissero muoversi con altrettanta velocità verso occidente; e così gli uccelli e le nubi pendenti in aria, non potendo seguitare il moto della terra, resteriano verso la parte occidentale. Le cose parimente, le quali da luoghi eminenti si lasciassero cascar al basso, come, verbi gratia, una pietra dalla sommità d’una torre, non cascheria mai alla radice d’essa torre; perchè nel tempo ch’il sasso, venendo al basso perpendicolarmente, fosse in aria, la terra, sottraendosegli e movendosi verso l’oriente,,lo riceverebbe in parte dal piede della torre molto lontano: in quella guisa che, caminando velocemente la nave, il sasso cadente dalla sommità dell’albero, non casca al piede, ma più verso la poppe. E ciò anco più manifestamente si vederebbe nelle cose gettate all’insù perpendicolarmente, le quali, nel tornare al basso, cascheriano molto lontane da quello che le gettò: e così la freccia tirata con l’arco drittamente verso il cielo, non ricascheria presso all’arderò, il quale tra tanto, sportato dal moto della terra, si saria per grande spazio discostato verso l’oriente. E finalmente, essendo il moto circolare e veloce accommodato non ai-fi unione, ma più tosto alla divisione e dissipazione, quando la terra così precipitosamente andasse a torno, le pietre, gli animali e fi altre cose, che nella superficie si ritrovano, vernano da tal vertigine dissipati, sparsi e verso il cielo tirati; così le città e gli altri edificii sariano messi in ruina.


che i moti celesti universalmente considerati sono due.

e tra di loro quasi contrarii.


Poi che più di sopra s’è provato, i corpi celesti muoversi circolarmente, séguita che veggiamo se un solo sia il moto universale di tutti i cieli, o pure sia necessario constituirli più d’uno.

E prima, niuno può dubitare del moto velocissimo diurno, al quale noi veggiamo il sole, la luna e tutte l’altre stelle erranti e fisse, dentro allo spazio di 24 ore, muoversi dall’oriente, e, passando per l’occidente, ritornare al primo termine. Ma se considereremo poi alcun

11. torre lontano, c — 13. poppa, r — 28. moto circolare di, m — 29. constituirlo, a; constituirle, m; costituirne, r — 30. moto veloce, c —