Pagina:Le opere di Galileo Galilei II.djvu/536

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di baldessar capra. 523

il quale, non avendo sentito nelle mie lezioni cosa alcuna degna della sua mordacità, e pur bramando di lacerarmi, ba scritto che io abbia dette cose le quali mai dalla mia bocca non uscirno; sì come appresso con infinita ammirazione vi farò toccar con mano. Ed avvertite cbe io non vi produrrò per grande argomento della sua malignità quello che egli, a car. 51 della sua Considerazione Astrononomica, attribuendomi a gran nota, introduce molto a sproposito di quel luogo, e solo a proposito della sua mordacità, ciò è, che io apertamente non mi dichiarassi circa ’l tempo dell’apparizion della Stella nuova, e che io confusamente dicessi quella trovarsi circa 18 gradi di Sagittario con quasi due gradi di latitudine boreale; replicando pur di nuovo il medesimo a carte 62, ed attribuendomi a grave mancamento l’aver confuso il giorno ottavo col nono e col decimo, sì che non fusse possibile sapere da me se la Stella apparse alli 8, alli 9 o alli 10; soggiugnendo che questo si doveva con diligenza descrivere, e replicando di nuovo che io non posi precisamente il luogo suo rispetto all’eclittica. Le quali cose, quando ben fussero vere, come leggerissime e non necessarie all’intento delle mie lezioni, che fu di provare solamente come la Stella nuova era fuori della sfera elementare, per il che dimostrare niente importava il determinare il giorno della sua apparizione, nè anco scrupolosamente assegnare il suo sito rispetto all’eclittica, proveriano molto maggior mancamento nella modestia del Capra che nella dottrina delle mie lezioni; ma essendo di più false, oltre alla immodestia, notano il suo prolatore per falsidico e temerario. Nè io dissi confusamente il giorno della prima apparizione della Stella; anzi le prime parole della mia prima lezione furon queste: Lux quaedam peregrina die 10 Octobris primo in sublimi conspecta est. Vero è che poco dopo, avendo io parlato della congiunzione di Giove e di Marte, che fu il giorno 8, e dovendo replicare che il 10 fu veduta la Stella, dissi: Die itaque octava, quinimo die decima, observata fuit, correggendo immediate la scorsa della lingua. E queste furno le confusioni circa ’l tempo della sua prima apparizione: mancamento che con la sua piccolezza dimostra l’immensità della malignità di chi lo nota. Quanto poi al sito, io non so perchè in un ragionamento corrente, e dove niente era necessario di offuscar la mente de gli ascoltanti con gradi e loro frazioni, non bastasse, anzi fosse meglio, dire: in 18 gradi in circa di

  1. Cfr. pag. 292.
  2. Cfr. pag. 294.