Pagina:Le opere di Galileo Galilei III.djvu/271

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270 contro il moto della terra.


Adducono per maggior chiarezza un esempio, cioè quello che si mentovò di sopra, dell’argomento dell’uccelli: il quale esempio servirà adesso per noi a mostrare tutto l’opposito che essi di provare intendono, se si aggiunge a quello alcune condizioni che gli mancono, a fare che simiglianza buona sia tra i movimenti della figura e del figurato.

Ora io dimando a i Copernici, se la Terra si muove d’altro movimento che di quello che le dà il primo mobile, o che cos’altra si sia? Risponderanno, che ella ha due altri movimenti, e in particolare (per tacer quello che il Copernico appella motum declinationis in praecedentia, idest unum motum centri reflectens) uno circa il suo centro e sopra la sua asse, che è tanto veloce, che ogni 24 ore finisce tutto il suo periodo. Adunque dobbiamo aggiugnere a quella palla o vaso di vetro, ch’era portato in volta da una ruota, locato nella sua circonferenza, un moto proprio e interno alla Terra, che saria locata nel mezzo di quella palla di vetro, nella quale ci dovevamo imaginare tutti e quattro gli elementi. Dato pertanto questo movimento particolare dentro di quella palla, chi dirà mai, che quel movimento abbia possanza di girar seco l’aria, che è flussibile e cedente al passaggio di quei corpi che fossero locati sopra la superficie di quella Terra là entro imaginata? Lo stesso è necessario dirsi del rivolgimento di questa mole terrena, che, non avendo facultà col suo moto di rapir seco unitamente l’aria, i corpi che stanno sopra la Terra fendendo velocissimamente il corpo aereo, se è vero che la Terra si muova, bisognerà dire ancora, che apparirebbe sempre che tirasse vento da una banda sola, e fortissimamente: ma egli non tira: e per ciò si deve affermare indubitatamente, che la Terra non si muova, e che l’uniformità del movimento non si può cagionare dalla difformità.

E se pure, ancor pertinaci, replicassero che questo vento, non si potendo sentire, non si possa eziandio da esso conoscere se la Terra abbia movimento o no (poscia che l’altezze inaccessibili de’ monti impedimento apportano di maniera, che il vento non può da noi esser sentito altramente: in quella guisa che se altri fosse dentro una conca, gli orli della quale facendo ostacolo al vento, chiara cosa è che non lasceranno sentirlo), ma questa, a dirne il vero, mi pare assai più da ridere che quella di Bruno e Buffalmacco, che diedero a credere a Calandrino che egli fosse pregno. Qual uomo è così insipido, che non conosca la scempiaggine loro? a cui si farà egli creder questo, poi che sopra cotali orli, che sono i monti, non è chi non vegga e senta che non vi soffiano perpetui venti, e sempre da una sola parte? quali orli saranno sopra i monti?

Se l’aria, unitamente con ogni sua parte, si girasse secondo il girare della Terra, i naviganti farebbon una pazzia a inalberare le vele per solcare contro al corso della Terra, con ciò sia che essi vorrebbon gareggiare con l’aria a chi più spinge, senza speranza d’aver mai vento che avesse balìa di arrestar l’aria dal suo moto1; e per lo contrario saria perdimento di tempo servirsi delle vele secondo

  1. eh, Sig. Colombo, i marinari non inalberano e spiegano le velo per gareggiar col moto dell’aria universale e comune con la Terra