Pagina:Le opere di Galileo Galilei III.djvu/421

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416 avvertimento.


ratum» (pag. 446)1. E di seguito alla seconda osservazione del giorno successivo avverte il modo di rilevare se le Medicee corrano in piani paralleli all’eclittica, scrivendo: «Nota quod si in instrumento quo distantiae capiuntur, notetur linea quae illum secet secundum angulum quo ductus eclipticae secat parallelum aequatori in loco % per motum % in hac linea cognoscetur numquid Medicei Planetae ferantur in planis eclipticae parallelis» (Ibidem). Sicché, accompagnando con lettera del 23 giugno 1612 un esemplare del Discorso a Giuliano de’ Medici, ambasciatore toscano a Praga, ed entrando a parlare del Keplero, scrive: «il quale credo che sentirà con gusto come io ho finalmente trovati i periodi de i Pianeti Medicei, e fabbricate le tavole esatte, sì che posso calcolare le lor costituzioni passate e future senza errore d’un minuto secondo»2.

In questa fiducia era venuto Galileo mercè le correzioni che in seguito a nuovi calcoli ed a confronti con precedenti osservazioni si trovò in grado di introdurre, giungendo così ad una nuova tavola per gradi, minuti e secondi (pag. 461-465), che poi ridusse a soli gradi e minuti, arrotondando le cifre con aumentare fino ad un minuto le quantità che avevano la frazione superiore a 30’’ e trascurando la inferiore a quella cifra (pag. 466).

Oggetto speciale di studi e di correzioni, dopo la formazione di quest’ultima tavola, furono, verosimilmente tra la fine del 1612 ed il principio del 1613, il secondo ed il quarto satellite, e le correzioni introdotte e le ragioni di esse si hanno nei computi e nelle tavolette a pag. 467 e 468; e presso a poco al medesimo tempo è da riferirsi la tavola riprodotta a pag. 469, che troviamo citata col nome di Tabula bona, e della quale Galileo sembra essersi in generale servito fino al 16 luglio 1616. Sopra questa tavola quindi, secondo ogni probabilità, saranno state compilate le effemeridi anticipate che Galileo mandò nel 1613 al Welser3 e quelle altre che tra il 12 ed il 15 novembre 1614 mostrò a Giovanni Tarde4. Dalla Tabula bona non si passa immediatamente ad una successiva del tutto nuova, trovandovisi di mezzo correzioni recate alle cifre per il primo ed il terzo satellite (pag. 471) nella precedente. Ancora al terzo satellite sono relative altre correzioni (pag. 472) verosimilmente introdotte nell’ottobre 1616, sinché si arriva alla tavola che con la designazione «di Bellosguardo» si trova frequentemente citata nei calcoli e che è del principio dell’anno 1617 (pag. 473).

Queste, a grandi linee e senza troppo sottilizzare, le tavole dei moti medii, quali noi abbiamo rinvenute negli autografi pervenuti insino a noi; avendo avuto

  1. Notizie intorno allo strumento ed al modo di usarne si hanno a pag. 141-149 delle Theoricae Mediceorum Planetarum ex causìs physicia deductae a Io. Alphonso Borellio. Florentiae, ex typographia S. M. D., MDCLXVI. E per quel che risguarda i lavori di Galileo intorno ai Pianeti Medicei e dell’esame che dei relativi manoscritti sembra aver fatto il Borelli, cfr. la medesima opera a pag. vi. 12 e 16.
  2. Cfr. Vol. XI, pag. 335.
  3. Cfr. pag. 589-592, 597, Vol. V, pag. 241-245 e Vol. XI, pag. 446, 462, 471-472, 481, 487.
  4. Di Giovanni Tarde e di una sua visita a Galileo dal 12 al 15 Novembre 1614 per Antonio Favaro (Bullettino di Bibliografia e di Storia delle scienze matematiche e fisiche. Tomo XX, pag. 347). Roma, tip. delle scienze matematiche e fisiche, 1887.