Pagina:Le opere di Galileo Galilei IV.djvu/10

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6 avvertimento.


dalle due parti diverse esperienze in appoggio delle dottrine sostenute. Intanto nel settembre 1611 avendo il Granduca convitato alla sua tavola il Cardinale Maffeo Barberini, che fu poi Papa Urbano Vili, ed il Cardinale Ferdinando Gonzaga, che si trovavano per alcuni giorni a Firenze, volle che in presenza dei due porporati Galileo riferisse intorno alla detta controversia, nella quale il Barberini si schierò dalla parte del Nostro, mentre il Gonzaga sostenne la parte contraria1. E poiché il Granduca stesso inclinava a riconoscere giuste le ragioni addotte dal suo Mate- matico, gli ordinò di stendere in proposito un Discorso, che Galileo diede alla luce alla fine del maggio 1612, e, prima che quest’anno fosse finito, ripubblicò, esaurita la prima edizione, in una seconda con alcune aggiunte2.

Contro le conchiusioni sostenute e le esperienze addotte da Galileo in questa scrittura, nella quale venivano battute in breccia le dottrine peripatetiche, si levò per il primo Arturo d’Elci3, Provveditore dello Studio di Pisa, il quale, sotto il nome di Accademico Incognito, pubblicò nell’ estate del 1612 alcune Considerazioni sopra il Discorso di Galileo e a difesa e dichiarazione della opinione di Aristotile4. Queste, a quanto pare, prima della stampa erano state diffuse tra gli studiosi con veste latina; ed essendone venuto a cognizione Tolomeo Nozzolini, lettore dello Studio di Pisa5, da esse e dal trattato di Galileo prendeva occasione per una sua lettera dei 22 settembre 1612 a Mons. Marzimedici, Arcivescovo di Firenze6, nella quale, assentendo in molti punti alle opinioni di Galileo, promoveva con urbanità alcuni dubbi. Galileo sentì leggere copia di tale lettera, e rispose con una sua del gennaio 1613, indirizzata al Nozzolini stesso; la quale però, come quella del Nozzolini, rimase per allora inedita. Intanto, e sempre sullo scorcio del 1612, Giorgio Coresio, lettore di Lingua Greca nello Studio Pisano, e Lodovico delle Colombe entravano anch’essi in campo, ciascuno con un opuscolo e con la pretesa di impugnare e scalzare le conchiusioni galileiane7; e nel successivo anno 1613

  1. Breve discorso della istituzione di un principe e compendio della scienza civile di Francesco Piccolomini, con otto lettere e nove disegni delle Macchie Solari di Galileo Galilei; pubblicava la prima volta Sante Pieralisi, ecc. Roma, tip. Salviucci, 1858, pag. 197-198.
  2. Discorso al Serenissimo Don Cosimo II Gran Duca di Toscana intorno alle cose che staqnno in su l’acqua o che in quella si muovono di Galileo Galilei, Filosofo e Matematico della medesima Altezza Serenissima. In Firenze, appresso Cosimo Giunti, MDCXII. La seconda edizione ha identico frontespizio: soltanto dopo Serenissima aggiunge: Seconda editione.
  3. Vedi Conchiusioni sull’Accademico Incognito oppositore al Discorso di Galileo intorno alle cose che stanno in su l’acqua o che in quella si muovono per A. Favaro: nel Bullettino di Bibliografia e di Storia delle Scienze Matematiche e Fisiche: Tomo XVIII, 1885, pag. 321-326.
  4. Considerazioni sopra il Discorso del Sig. Galileo Galilei intorno alle cose che stanno in sull’acqua o che in quella si muovono ecc., fatte a difesa e dichiarazione dell'opinione d’Aristotile da Accademico Incognito. In Pisa, appresso Gio. Batista Boschetti e Giovanni Fontani, 1612.
  5. Sul Nozzolini vedi Memorie Istoriche di più uomini illustri Pisani. Tomo IV, Pisa, MDCCXCII, pag. 405-454.
  6. Con Mons. Marzimedici il Nozzolini era legato da antica amicizia: vedi le cit. Memorie Istoriche, pag. 437, nota 8.
  7. Operetta intorno al galleggiare de corpi solidi ecc. di Giorgio Coressio, Lettore della Lingua Greca nel famosissimo Studio di Pisa. In Firenze, appresso Bartolommeo Sermartelòli e fratelli, MDCXII, — Discorso Apologetico di Lodovico delle Colombe d’intorno al Discorso di Galileo Galilei ecc. In Firenze, appresso il Pignoni, MDCXII.