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DICHIARAZIONE DELL'OPINIONE D'ARISTOTILE

INTORNO AL GALLEGGIARE DELLA FIGURA

DI

GIORGIO CORESI,

NOBILE GRECO,

LETTORE DELLA LINGUA GRECA NELLO STUDIO DI PISA,

contro l'opposizione del Signor Galileo Galilei.




Se gli uomini si quietassero ugualmente nella cognizione del vero, Illustrissimo ed Eccellentissimo Principe, e non fossero più tosto dalla celeste Providenza partiti i petti e gl’ingegni di molto isvariamento, starebbono senza dubbio oltr’a tutti gli altri i letterati in continua concordia tra di loro e si goderebbono tranquillamente il proprio ozio. Ma poi che questo non è concesso, ma addiviene che ciascuno si muova a diversi fini e ’ntendimenti e operi secondo il numero delle forme dell’animo, che non è minor di quelle de’ corpi, quindi è che nascono in altrui l’opinioni diverse, e da queste le discordie il più delle volte, non meno tra gli uomini volgari delle cose loro, che delle scienze tra’ letterati; le quali, come l’altre cose caduche, secondo gli autori e le qualità loro camminano a diversi fini di bene e di male, non altrimenti che ne’ reggimenti le discordie civili che mutano le forme primiere, perchè altre portano alla dirittura delle leggi loro peggioramento, ed altre miglioramento. Ma se vorremo considerare quali di queste apportino più spesso alcun bene a’ mortali, non si dubita che più spesso d’ogni altra il fanno quelle degli scienziati, conciosiacosa che la loro contenzione illustri sempre via maggiormente la verità delle cose, e la maestà sereni della sapienza umana. Per lo che sono coloro grandemente da commendare, che per acutezza d’intelletto porgono a’ dotti occasioni di contemplazioni nuove e maravigliose, così risvegliando gl’intelletti altrui, troppo per aventura addormentati nell’ozio, ovvero generando nuovi parti al mondo. Il muoversi, adunque, qualche volta alcuna discordia tra’ letterati sarà cosa utile, bella e gioconda e degna altresì d’un amator di virtù, e conveniente alla difensione che si dee prendere degli uomini grandi e delle dottrine di quegli in cui altri ha smarrito il fior degli anni suoi. Là onde, essendo