Pagina:Le opere di Galileo Galilei IV.djvu/54

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spinto da un poco di livore, diceva che il medico Aqquapendente, essendo grande anatomista e chirurgo, doveva contentarsi di star tra i suoi ferri ed unguenti, senza volersi ingerire nelle cure fìsiche, come se la cognizione di chirurgia destruggesse e fosse contraria alla fisica. Io gli risposi che, av[en]do più volte ricevuta la sanità dal sommo valore del Sig. Aqquapendente, potevo deporre e far sempre fede che Sua Eccellenza mai non mi dette bevanda alcuna composta di diapalme, di caustici, di fila, di pezze, di tente, di rasoi, nè mai, in vece di tastarmi il polso, mi fece un cauterio o mi cacciò un dente di bocca, ma, come eccellentissimo fisico, mi purgò con manna, cassia, rabarbaro, ed usò gli altri rimedii opportuni alle mie indisposizioni. Vegghino gli avversarli se io tratto le materie con i medesimi termini che Aristotile, e se egli medesimo, dove è necessario, introduce demostrazioni geometriche; e, di grazia, cessino di esser così aspri nimici della geometria, non senza mia grandissima meraviglia, il quale credevo che non si potesse esser nimico di persona non conosciuta.

A quello che finalmente pone Aristotile nel fine del suo testo, ciò è che si deve comparare la gravità del mobile con la resistenza del mezo alla divisione, perchè se la virtù della gravità eccederà la resistenza del mezo, il mobile descenderà, se no, supernaterà; non occorre che mi affatichi di rispondere altro che quello che già si è detto, ciò è che non la resistenza alla divisione, che non si ritrova nell’aria o nell’aqqua, ma sì bene la gravità del mezo, si deve chiamare in paragone con la gravità del mobile: la quale se sarà maggiore nel mezo, il mobile non vi descenderà, nè meno vi si tufferà tutto, ma una parte solamente; perche nel luogo che egli occuperebbe nell’aqqua, non vi deve stare corpo che pesi manco di altrettanta aqqua; ma se il mobile sarà più grave dell’aqqua, descenderà al fondo, ad occupare un luogo1 dove e più naturale che vi dimori lui, che un corpo men grave. E questa è la vera, sola, propria ed assoluta causa del supernatare o andare al fondo: e la vostra tavoletta, signori avversarii, supernata quando è accoppiata con tanto di aria, che insieme con quella forma un composto men grave di

11. ed alt[ri] usòoportuni — 16. di uno che non si conosca persona — 22. non vi si — 26. una pate
  1. «ad occupare un luogo» è aggiunto in margine.