Pagina:Le opere di Galileo Galilei V.djvu/221

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intorno alle macchie solari ecc. 221

corpi, quasi che il porre animali, per essempio, nella Luna non si potesse far senza porgli anco nelle macchie solari. Nè anco ben capisco l’illazione che fa Apelle, del doversi conceder qualche lume relesso alla Terra, persuadendone ciò le macchie solari: anzi, perchè la loro reflessione non è molto cospicua, e quello che in esse scorgiamo non può esser altro che lume refratto, se nulla convenisse dedur da tale accidente, sarebbe più presto che la Terra fosse di sostanza trasparente e permeabile dal lume del Sole; il che poi non appar vero. Non però dico che la Terra non lo refletta; anzi per molte ragioni ed esperienze son sicurissimo ch’ella non meno s’illustra di qualunque altra stella, e che con la sua reflessione luce assai maggiore rende alla Luna di quella che da lei riceve.

Ma1 poi che Apelle si rende così difficile a conceder questa così potente reflessione di lume fatta dal globo terrestre, e così facile ad ammettere il corpo lunare traspicuo e penetrabile da i raggi solari, come in questo luogo ed ancor più apertamente replica verso il fine di questi discorsi, voglio produrre una o due delle molte ragioni che mi persuadono quella conclusione per vera e questa per falsa; le quali, per avventura risolute con qualche occasione da Apelle, potrebbono farmi cangiar opinione. Non tacerò intanto che io fortemente dubito, che questo comun concetto, che la Terra, come opachissima oscura ed aspra che l’è, sia inabile a reflettere il lume del Sole, sì come all’incontro molto lo reflette la Luna e gli altri pianeti, sia invalso tra 'l popolo perchè non ci avvien mai il poterla vedere da qualche luogo tenebroso e lontano nel tempo che il Sole la illumina, come, per l’opposito, frequentemente vediamo la Luna, quando ed ella si trova nel campo oscuro del cielo, e noi siamo ingombrati dalle te-

2. possa, A, B; in B è corretto, di mano di Galileo, in potesse. — 5. conspicua, B, s — 7. più presso che, s — 19. aventura, s — 21. opacissima, A —
  1. Da «Ma» a «convenirsi alle macchie» (pag. 226, lin. 4-5) nel cod. A è scritto su due carte inserite, ed è sostituito al seguente tratto, che è cancellato: «Ma di questo tratterò in altra occasione, dove anco mi riserbo ad esaminare con maggior diligenza, quanto si possa credere che la Luna sia, come vuole Apelle, in parte traspicua, la quale sin ora ho creduto, e credo tuttavia, che non meno sia tenebrosa ed opaca della stessa Terra: e mi nasce qualche suspizione che Apelle, in questo ed alcuni altri particolari, si lasci alquanto trasportar dal desiderio di mantenere il suo primo detto, e che, non potendo puntualmente accomodar varii accidenti delle macchie agli accidenti per avanti creduti convenire all’altre stelle, accomodi quei delle stelle alle macchie». Nel cod. B il tratto sostituito fu trascritto al suo posto.