Pagina:Le opere di Galileo Galilei V.djvu/309

Da Wikisource.

27 marzo 1615 301

l’esser immaculato ed aver facoltà di convertir intorno a sè le anime è più eccellente condizione che l’essere sparso di macchie, come è il Sole, ed il farsi raggirar attorno i globi corporei e mondani.

So e confesso il mio soverchio ardire nel voler por bocca, essendo imperito nelle Sacre Lettere, in esplicar sensi di sì alta contemplazione: ma come che il sottomettermi io totalmente al giudizio de’ miei superiori può rendermi scusato, così quel che segue del versetto già esplicato, Testimonium Domini fidele, sapientiam praestans parvulis, m’ha dato speranza, poter esser che la infinita benignità di Dio possa indirizzare verso la purità della mia mente un minimo raggio della sua grazia, per la quale mi si illumini alcuno de’ reconditi sensi delle sue parole. Quanto ho scritto, Signor mio, è un piccol parto, bisognoso d’esser ridotto a miglior forma, lambendolo e ripulendolo con affezione e pazienza, essendo solamente abbozzato e di membra capaci sì di figura assai proporzionata, ma per ora incomposte e rozze: se averò possibilità, l’andrò riducendo a miglior simmetria; intanto la prego a non lo lasciar venire in mano di persona che, adoprando, invece della delicatezza della lingua materna, l’asprezza ed acutezza del dente novercale, in luogo di ripulirlo non lo lacerasse e dilaniasse del tutto. Con che le bacio riverentemente le mani, insieme con li Signori Buonarroti, Guiducci, Soldani e Giraldi, qui presenti al serrar della lettera.


Di Firenze, li 23 Marzo 1614.
Di V.S. molt’Illustre e Reverendissima


Servitore obligatissimo

Galileo Galilei


5. esplicar i sensi, G, M — 11. per lo quale, M, G2, R— 15. incomposte e rotte: se, G; incomposte: e se,M — 17. a non lo voler lasciar, M — 18. l’aspreza e dureza del, M — 20. Nei cod. G ed M manca da Con che sino alla fine della lettera: nel cod. G si legge però la sottoscrizione Galileo Galilei. — 23. Nei cod. F e P manca la data. — Nel cod. G2 si legge, dopo la sottoscrizione, quanto segue: A tergo. Al Molto Illustre e Reverendo Signore mio Colendissimo Monsignore Pietro Bini.