Pagina:Le opere di Galileo Galilei V.djvu/380

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376 avvertimento.

pagina notammo le lezioni del codice preferito dalle quali abbiam dovuto allontanarci, e insieme le principali varietà degli altri testi1, fatta eccezione dei codici Riccardiano 3805 e Pavese, che, essendo copie moderne e non offrendo nulla di più interessante degli altri2, ci parve superfluo citare. Per simile ragione, cioè di non accrescere citazioni inutili, non tenemmo conto neppure della prima stampa del Discorso, che è stata fatta dal Targioni Tozzetti3, non è chiaro su qual codice, ma che ad ogni modo è assai scorretta.

Avendo adoprato siffatte cure intorno al testo di questo scritto, noi lo presentiamo molto migliorato da quello che si leggeva finora; poichè anco l’ultima edizione fiorentina, mentre si protesta d’aver ristampato il Discorso non sulle traccie del Targioni, ma da una copia del tempo assai più corretta, che è quella da noi distinta con la lettera G, in effetto si allontana arbitrariamente da questo codice bene spesso, e riproduce alcuni gravi errori che s’incontrano nella stampa del Targioni.

  1. pag. 383 (a partire da lin. 32) e seg. del presente volume. Tra i passi nei quali ci è stato utile il confronto con la lezione del Dialogo, notiamo quello a pag. 388, lin. 22-23, dove abbiamo corretto le lezioni diverse dei codici del Discorso (che sono registrate appiè di pagina), secondo richiede la ragione logica e suggerisce il luogo corrispondente del Dialogo, pag. 426: «Al che si risponde, che tale determinazione non si può in verun modo avere dalla cagion primaria solamente; ma vi bisogna inserire le secondarie, cioè la lunghezza maggiore o minore de i vasi e la maggiore o minor profondità dell’acque in essi contenute».
  2. Quando più codici concordavano in una variante, salvo leggiere diversità grafiche, ci siamo attenuti, per brevità, alla norma seguita altre volte e indicata a pag. 269, nota 4, di questo volume.
  3. Il cod. Riccardiano 3805 è affine specialmente al cod. R, e il Pavese al cod. G.