Pagina:Le opere di Galileo Galilei V.djvu/393

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del flusso e reflusso del mare. 389

liti di Spagna, contro la quale il mare, che si distende verso l’Americhe sino al Golfo Messicano, si trova essere il doppio più lungo del tratto mediterraneo dallo stretto di Gibilterra sino alle spiaggie di Siria, cioè quello gradi 120, e questo gradi 56 in circa. L’esser dunque stato creduto, i periodi dei flussi e reflussi esser di sei ore in sei ore, è stato un’ingannevole opinione, la quale ha poi fatto favoleggiare gli scrittori con molte vane fantasie.

Di qui non sarà, nel terzo luogo, difficile l’investigar le ragioni di tante inegualità di periodi che si osservano nei minor mari, come nella Propontide e nell’Ellesponto ed altri, in alcuno dei quali il corso dell’acque si reciproca di tre ore in tre ore, di due in dua, di quattro in quattro etc, con differenze tali che hanno molto travagliato gli osservatori della natura, mentre, ignorandone le vere ragioni, son ricorsi a vane chimere di moti di Luna e di altre fantasie, non gli cadendo mai in mente la considerazione delle diverse lunghezze e profondità dei mari: le quali, come si è detto, hanno tanto potente cagione nel determinare i tempi delle scorse e regressi dell’acque, che quando, essendo prima bene assicurati dell’istorica verità del fatto e di quello che accaggia in diversi mari, si avesse di più le dimostrazioni di quello che far debbono le reciprocazioni dei moti, proporzionatamente alle lunghezze e profondità dei vasi, sarebbe speditissimo e pronto il superar tutte le difficoltà, e massime congiugnendo e contemperando queste ragioni secondarie con la primaria ed universale, dependente dal moto terrestre.

Averemo, nel quarto luogo, molto spedita la ragione, onde avvenga che alcun mare, ben che lunghissimo, quale è il Mar Rosso, nulladimeno è quasi del tutto esente dai flussi e reflussi. La qual cosa accade, perchè la sua lunghezza non si distende dall’oriente verso l’occidente, anzi traversa da sirocco verso maestro: ma essendo i movimenti della Terra da occidente in oriente, gl’impulsi dell’acque vanno sempre a ferire i meridiani, e non si muovono di parallelo in parallelo; onde ai mari che trasversalmente si distendono verso i poli, e per l’altro verso sono angusti, non resta cagione di flussi e reflussi se non per la partecipazione di altro mare col quale communicassero, che fusse soggetto a movimenti grandi.

Intenderemo, nel quinto luogo, molto facilmente la ragione, per-

1. che si estende, G, Z, B, T, H, P2; che si stende, Am., P1