Pagina:Le opere di Galileo Galilei VI.djvu/271

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dell’oggetto è causa di ricrescimento maggiore." Qui mi pare che il Sarsi, in cambio di sollevare il suo Maestro, l’aggravi maggiormente, facendolo equivocare dal per accidens al per se; in quel modo ch’errerebbe quegli che volesse metter l’avarizia tra le regole de sanitate tuenda, e dicesse: "L’avarizia ècausa di viver sobriamente, la sobrietà è causa di sanità, adunque l’avarizia mantien sano": dove l’avarizia è un’occasione, o vero un’assai remota causa per accidens alla sanità, la quale segue fuor della primaria intenzion dell’avaro, in quanto avaro, il fine del qual è il risparmio solamente. E questo ch’io dico è tanto vero, quanto con altrettanta conseguenza io proverò, l’avarizia esser causa di malattia, perché l’avaro, per risparmiare il suo, va frequentemente a i conviti degli amici e de’ parenti, e la frequenza de’ conviti causa diverse malattie; adunque l’avarizia è causa d’ammalarsi: da i quali discorsi si scorge finalmente che l’avarizia, come avarizia, non ha che far niente colla sanità, come anco la propinquità dell’oggetto col suo maggior ricrescimento; e la causa per la quale nel rimirar gli oggetti propinqui s’allunga lo strumento, è per rimuover la confusione nella quale esso oggetto ci si dimostra adombrato, la qual si toglie coll’allungamento; ma perché poi all’allungamento ne conséguita un maggior ricrescimento, ma fuor della primaria intenzione, che fu di chiarificare, e non d’ingrandir, l’oggetto, quindi è che la propinquità non si può chiamare altro che un’occasione, o vero una remotissima causa per accidens,del maggior ricrescimento.

Terzo, se è vero che quella, e non altra, si debba propriamente stimar causa, la qual posta segue sempre l’effetto, e rimossa si rimuove; solo l’allungamento del telescopio si potrà dir causa del maggior ricrescimento: avvenga che, sia pur l’oggetto in qualsivoglia lontananza, ad ogni minimo allungamento ne séguita manifesto ingrandimento; ma all’incontro, tuttavolta che lo strumento si riterrà nella medesima lunghezza, avvicinisi pur quanto si voglia l’oggetto, quando anco dalla lontananza di cento mila passi si riducesse a quella di cinquanta solamente, non però il ricrescimento sopra l’apparenza dell’occhio libero si farà punto maggiore in questo sito che in quello. Ma bene è vero, che avvicinandolo a piccolissime distanze, come di quattro passi, di due, d’uno, d’un mezo, la specie dell’oggetto più e più sempre s’intorbida ed offusca, sì che, per vederlo