Pagina:Le opere di Galileo Galilei VI.djvu/278

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in mano la risoluzione della difficoltà, ma che io non l’avessi saputa conoscere né prevalermene. Meravigliomi, secondariamente, che voi diciate che il vostro Maestro non andò ricercando la cagione dell’insensibil ricrescimento delle stelle fisse, ma solo l’istesso effetto dell’insensibilmente ricrescere, ancor ch’egli più d’una volta replichi esser di ciò la cagione l’immensa lontananza. Ma quello che, nel terzo luogo, m’accresce la meraviglia a cento doppi è che voi non v’accorgiate che, quando ciò vero fusse, voi figurereste, a gran torto, il vostro Maestro privo ancora di quella communissima logica naturale, in virtù della quale ogni persona, per idiota ch’ella sia, discorre e conclude direttamente le sue intenzioni. E per farvi toccar con mano la verità di quanto io dico, rimovete la considerazion della causa ed introducete il solo effetto (già che voi affermate che il vostro Maestro non ricercò la causa, ma il solo effetto), e poi discorrendo dite: "Le stelle fisse ricrescono insensibilmente; ma la cometa essa ancora ricresce insensibilmente"; adunque, signor Sarsi, che ne concluderete? Rispondete: "Nulla", se volete rispondere manco male che sia possibile: perché se voi pretenderete di poterne inferire una conseguenza, ed io pretenderò con altrettanta connessione poterne inferir mille; e se vi parrà di poter dire: "Adunque la cometa è lontanissima, perché anco le fisse sono lontanissime", ed io con non minor ragione dirò: "Adunque la cometa è incorruttibile, perché le fisse sono incorruttibili", ed appresso dirò: "Adunque la cometa scintilla, perché le fisse scintillano", e con non minor ragione potrò dire: "Adunque la cometa risplende di propria luce, perché così fanno le fisse": e s’io farò di queste conseguenze, voi vi riderete di me come d’un logico senza dramma di logica, ed avrete mille ragioni, e poi cortesemente m’avvertirete ch’io da quelle premesse non posso inferir altro per la cometa se non quei particolari accidenti che ànno necessaria, anzi necessariissima connessione coll’insensibil ricrescimento delle stelle fisse; e perché questo ricrescimento non depende né ha connession veruna coll’incorruttibilità, né colla scintillazione, né coll’esser lucido da per sé, però niuna di queste conclusioni si può concludere della cometa: e chi di là vorrà inferir, la cometa esser lontanissima, bisogna che di necessità abbia prima ben bene stabilito, l’insensibil ricrescimento delle stelle dependere, come da causa necessarissima, dalla gran lontananza, perché altrimenti non si sarebbe

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potuto servir del suo converso, cioè che quegli oggetti che insensibilmente ricrescono, sieno di necessità lontanissimi. Or vedete quali errori in logica voi immeritamente addossate al vostro Maestro: dico immeritamente, perché son vostri, e non suoi.