Pagina:Le opere di Galileo Galilei VI.djvu/49

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DISCORSO SOPRA LA COMETA.




Quantunque, valorosi Accademici, la maravigliosa fabbrica di questa universal macchina del mondo sia esposta a gli occhi di chiunque la vuol riguardare, né niuno ci abbia che da così ammirabile spettacolo sia discacciato; ci ha nondimeno una parte, la quale, essendo più veneranda dell’altre, non ammette dentro sé qualsivoglia, ma solamente si può da co-




Sono, valorosi Accademici, de’ naturali effetti così nascoste ed incognite le cagioni, che quanto intorno ad esse dal principio del mondo si è da’ più subblimi ingegni sin a quest’ora investigato1 minima parte può dirsi, e quasi, per la sua piccolezza, insensibile, verso di quello che ci resta a sapere. Vero è che non per tanto anno gli uomini scienziati, così ingenuamente come conveniva, il difetto della nostra natura e la comune ignoranza in loro stessi confessata: ma stimando più l’applauso del volgo (cui della loro sapienza, in rispondere con prontezza e risoluzione a qualunque domanda, rendevano ammirato) che ’l soddisfacimento proprio e de’ più intendenti, a poco a poco a perversamente discorrere si avvezzarono. E come che da principio ciò artatamente e per mantenersi in cotal credito facessero, non di meno questo costume trapassò in natura; e per giusto giudizio quelli ingegni i quali, cercandone, avrebbero la verità circa le più dubbie ed ascose questioni ritrovata, se non l’avessero vilipesa, ed a lei una vana e fanciullesca, ostentazione anteposta, poi, cercandone da senno, ne smarriron di maniera la strada, che, a guisa di Tantali, dall’acqua e

  1. «sin a quest’ora investigato» è stato corretto, probabilmente dal revisore del quale parliamo nell'Avvertimento, in «investigato sin a quest’ora».