Pagina:Le opere di Galileo Galilei VII.djvu/134

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126 dialogo sopra i due massimi sistemi del mondo.

samento ed alzamento annuo per il quale il Sole ci apporta le diverse stagioni e la disegualità de i giorni e delle notti, nella Luna si finisce pur in un mese; [Alla Luna il Solo s' abbassa ed alza con diversità di gradi 10, ed alla terra di di 47.]e dove il Sole a noi si alza ed abbassa tanto, che dalla massima alla minima altezza vi corre circa quarantasette gradi di differenza, cioè quanta è la distanza dall’uno all’altro tropico, nella Luna non importa altro che gradi dieci o poco più, chè tanto importano le massime latitudini del dragone di qua e di là dall’eclittica. Considerisi ora qual sarebbe l’azion del Sole dentro alla zona torrida quando e’ durasse quindici giorni continui a ferirla con i suoi raggi, che senz’altro s’intenderà che tutte le piante e le erbe e gli animali si dispergerebbero; e se pur vi si facessero generazioni, sarebber di erbe, piante ed animali diversissimi da i presenti. [Nella Luna non sono piogge.]Secondariamente, io tengo per fermo che nella Luna non siano piogge, perchè quando in qualche parte vi si congregassero nugole, come intorno alla Terra, ci verrebbero ad ascondere alcuna di quelle cose che noi col telescopio veggiamo nella Luna, ed in somma in qualche particella ci varierebber la vista; effetto che io per lunghe e diligenti osservazioni non ho veduto mai, ma sempre vi ho scorto una uniforme serenità purissima.

Sagr. A questo si potrebbe rispondere, o che vi fossero grandissime rugiade, o che vi piovesse ne i tempi della lor notte, cioè quando il Sole non la illumina.

Salv. Se per altri riscontri noi avessimo indizii che in essa si facesser generazioni simili alle nostre, e solo ci mancasse il concorso delle piogge, potremmo trovarci questo o altro temperamento che supplisse in vece di quelle, come accade nell’Egitto dell’inondazione del Nilo; ma non incontrando accidente alcuno che concordi co i nostri, de’ molti che si ricercherebbero per produrvi gli effetti simili, non occorre affaticarsi per introdurne un solo, e quello anco non perchè se n’abbia sicura osservazione, ma per una semplice non repugnanza. Oltre che, quando mi fosse domandato quello che la prima apprensione ed il puro naturale discorso mi detta circa il prodursi là cose simili o pur differenti dalle nostre, io direi sempre, differentissime ed a noi del tutto inimmaginabili, che così mi pare che ricerchi la ricchezza della natura e l’onnipotenza del Creatore e Governatore.

Sagr. Estrema temerità mi è parsa sempre quella di coloro che voglion far la capacità umana misura di quanto possa e sappia operar