Pagina:Le opere di Galileo Galilei VII.djvu/167

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giornata seconda 159

foglie, vediamo quietissimamente riposarsi in Terra, e sopra quella ridursi cadendo, ancorchè con lentissimo moto. Eccovi, signor Simplicio, le ragioni potissime, prese, per così dire, dalle cose terrestri: restano quelle dell’altro genere, cioè quelle che hanno relazione all’apparenze celesti, le quali ragioni tendon veramente più a dimostrar l’esser la Terra nel centro dell’universo, ed a spogliarla in conseguenza del movimento annuo intorno ad esso, attribuitogli dal Copernico; le quali, come di materia alquanto differente, si potranno produr dopo che averemo esaminata la forza di queste sin qui proposte.

Sagr. Che dite, signor Simplicio? parv’egli che ’l signor Salviati possegga e sappia esplicare le ragioni tolemaiche e aristoteliche? credete voi che nissuno peripatetico sia altrettanto posseditore delle dimostrazioni copernicane?

Simp. Se non fusse il gran concetto che per i discorsi avuti sin qui mi son formato della saldezza di dottrina del signor Salviati e dell’acutezza d’ingegno del signor Sagredo, io, con lor buona grazia, mi vorrei partire senza più sentir altro, parendomi impossibil cosa che contradir si possa a sì palpabili esperienze, e vorrei senza sentir altro restar nella mia opinione antica, perchè mi par che quando bene ella fusse falsa, l’essere appoggiata su tanto verisimili ragioni la renderebbe scusabile: e se queste son fallacie, quali vere dimostrazioni furon mai così belle?

Sagr. È pur bene che noi sentiamo le risposte del signor Salviati: le quali se saranno vere, è forza che sieno ancora più belle e infinitamente più belle, e che quelle sien brutte anzi bruttissime, se è vera la proposizion metafisicale [Vero e beilo sono l'istesso, come anco falso e brutto.]che ’l vero e ’l bello sono una cosa medesima, come ancora il falso e ’l brutto. Però, signor Salviati, non perdiamo più tempo.

Salv. Fu, se ben mi ricorda, il primo argomento prodotto dal signor Simplicio questo: La Terra non si può muover circolarmente, perchè tal moto gli sarebbe violento, e però non perpetuo: dell’esser poi violento la ragione era, perchè quando fosse naturale, le parti sue ancora si moverebbero naturalmente in giro, il che è impossibile, perchè naturale delle parti è il muoversi di moto retto all’ingiù. [Risposta al primo argomento d'Aristotele.]Qui rispondo che averei auto caro che Aristotile si fosse meglio dichiarato, quando disse: «Le parti ancora si moverebber circolarmente», imperocchè questo muoversi circolarmente può intendersi in due