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184 dialogo sopra i due massimi sistemi del mondo.

de i presenti problemi le ragioni son sapute da voi, ma forse non avvertite.

Simp. Lasciamo per ora questa disputa, e concedetemi ch’io dica che non intendo nè so queste cose che si trattano, e vedete pur di farmi restar capace de’ problemi.

Sagr. Questo primo depende da un altro; il quale è, onde avvenga che, tirando la ruzzola con lo spago, assai più lontano ed in conseguenza con maggior forza va, che tirata con la semplice mano.

Simp. Aristotile ancora fa non so che problemi intorno a questi proietti.

Salv. Sì, e molto ingegnosi, ed in particolare quello onde avvenga che le ruzzole tonde vanno meglio che le quadre.

Sagr. E di questo, signor Simplicio, non vi darebbe l’animo di sapere la ragione, senza altrui insegnamento?

Simp. Sì bene, sì bene; ma lasciamo le beffe.

Sagr. Tanto sapete ancora la ragion di quest’altro. Ditemi dunque: sapete che una cosa che si muova, quando vien impedita si ferma?

Simp. Sollo; quando però l’impedimento è tanto che basti.

Sagr. Sapete voi che maggiore impedimento arreca al mobile l’avere a muoversi per terra che per aria, essendo la terra scabrosa e dura, e l’aria molle e cedente?

Simp. E perchè so questo, so che la ruzzola andrà più veloce per aria che per terra; talchè il mio sapere è tutto all’opposito di quel che voi stimavi.

Sagr. Adagio, signor Simplicio. Sapete voi che nelle parti di un mobile che giri intorno al suo centro, si ritrovano movimenti verso tutte le bande? sì che altre ascendono altre descendono, altre vanno innanzi, altre all’indietro?

Simp. Lo so, ed Aristotile me l’ha insegnato.

Sagr. E con qual dimostrazione? ditemela di grazia.

Simp. Con quella del senso.

Sagr. Adunque Aristotile vi ha fatto vedere quel che senza lui non avereste veduto? avrebbev’egli prestato mai i suoi occhi? Voi volevi dire che Aristotile ve l’aveva detto, avvertito, ricordato, e non insegnato. Quando dunque una ruzzola, senza mutar luogo, gira in se stessa, non parallela, ma eretta all’orizonte, alcune sue parti ascendono, le opposte descendono, le superiori vanno per un verso,