Pagina:Le opere di Galileo Galilei VII.djvu/269

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giornata seconda 261

eccettuatone il nome, che a questa è stato posto e fatto familiare e domestico per la frequente esperienza che mille volte il giorno ne veggiamo; ma non è che realmente noi intendiamo più, che principio o che virtù sia quella che muove la pietra in giù, di quel che noi sappiamo chi la muova in su, separata dal proiciente, o chi muova la Luna in giro, eccettochè (come ho detto) il nome, che più singulare e proprio gli abbiamo assegnato di gravità, dovechè a quello con termine più generico assegnamo virtù impressa, a quello diamo intelligenza, o assistente, o informante, ed a infiniti altri moti diamo loro per cagione la natura.

Simp. Parmi che quest’autore domandi assai manco di quello a che voi negate la risposta; poichè e’ non vi chiede qual sia particolarmente e nominatamente il principio che muove i gravi e i leggieri in giro, ma, qualunque e’ si sia, cerca solamente se voi lo stimate intrinseco o estrinseco: che se bene, verbigrazia, io non so che cosa sia la gravità, per la quale la Terra descende, so però ch’ell’è principio interno, poichè, non impedito, spontaneamente muove; ed all’incontro so che il principio che la muove in su, è esterno, ancorchè io non sappia che cosa sia la virtù impressale dal proiciente.

Salv. In quante quistioni bisognerebbe divertire, se noi volessimo decidere tutte le difficultà che si vengono attaccando l’una in conseguenza dell’altra! Voi chiamate principio esterno, ed anco lo chiamerete preternaturale e violento, quello che muove il proietto grave all’insù; [La virtù che conduce i proietti gravi in alto, non gli è men naturale che la gravità che gli muove in basso.]ma forse non è egli meno interno e naturale che quello che lo muove in giù: può chiamarsi per avventura esterno e violento mentre il mobile è congiunto co ’l proiciente; ma separato, che cosa esterna rimane per motore della freccia o della palla? Bisogna pur necessariamente dire che quella virtù che la conduce in alto, sia non meno interna che quella che la muove in giù; ed io ho così per naturale il moto in su de i gravi per l’impeto concepito, come il moto in giù dependente dalla gravità.

Simp. Questo non ammetterò io mai; perchè questo ha il principio interno naturale e perpetuo, e quello, esterno violento e finito.

Salv. Se voi vi ritirate dal concedermi che i principii de i moti de i gravi in giù ed in su sieno egualmente interni e naturali, che fareste s’io vi dicessi che e’ potessero anco essere il medesimo in numero?