Pagina:Le opere di Galileo Galilei VII.djvu/271

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giornata seconda 263

sopra una profondità d’acqua, continua la sua scesa, e senz’altro motore esterno per lungo tratto si sommerge; e pure il moto in giù per l’acqua gli è preternaturale, e con tutto ciò depende da principio che è interno, e non esterno della palla. Eccovi dunque dimostrato come un mobile può esser mosso, da uno stesso principio interno, di movimenti contrarii.

Simp. Io credo che a tutte queste instanze ci sieno risposte, benchè per ora non mi sovvengano. Ma comunque ciò sia, continua l’autor di domandar da qual principio dependa questo moto circolare de i gravi e de i leggieri, cioè se da principio interno o esterno, e seguendo dimostra che non può esser nè l’uno nè l’altro, dicendo: Si ab externo, Deusne illum excitat per continuum miraculum? an vero angelus? an aër? Et hunc quidem multi assignant. Sed contra...

Salv. Non vi affaticate in legger l’instanze, perch’io non son di quelli che attribuisca tal principio all’aria ambiente. Quanto poi al miracolo o all’angelo, più tosto inclinerei in quella parte; perchè quello che comincia da divino miracolo o da operazione angelica, qual è la trasportazione d’una palla d’artiglieria nel concavo della Luna, non ha dell’improbabile che in virtù del medesimo principio faccia anco il resto. Ma quanto all’aria, a me basta che ella non impedisca il moto circolare de i mobili che per essa si dice che si muovono; e per ciò fare, basta (nè più si ricerca) che essa si muova dell’istesso moto, e che con la medesima velocità finisca le sue circolazioni che il globo terrestre.

Simp. Ed egli insurgerà parimente contro a questo, domandando chi conduce intorno l’aria, la natura o la violenza? e confuta la natura, con dire che ciò è contro alla verità, all’esperienza, all’istesso Copernico.

Salv. Contro al Copernico non è altrimenti, il quale non scrive tal cosa, e quest’autor glie l’attribuisce con troppo eccesso di cortesia: anzi egli dice, e per mio parer dice bene, che la parte dell’aria vicina alla Terra, essendo più presto evaporazion terrestre, può aver la medesima natura, e naturalmente seguire il suo moto, o vero, per essergli contigua, seguirla in quella maniera che i Peripatetici dicono che la parte superiore e l’elemento del fuoco seguono il moto del concavo della Luna; sì che a loro tocca a dichiarare se cotal moto sia naturale o violento.