Pagina:Le opere di Galileo Galilei VII.djvu/279

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giornata seconda 271

nè per ciò si potrebbe dire che non si movessero al suo tutto, movendosi là dove tutte le parti del tutto si moverebbero, quando non fussero impedite.

Simp. Quel che resta è certo errore ch’ei nota in un seguace del Copernico, il quale, facendo che la Terra si muova del moto annuo e del diurno in quella guisa che la ruota del carro si muove sopra il cerchio della Terra ed in se stessa, veniva a fare o il globo terrestre troppo grande o l’orbe magno troppo piccolo; attesochè 365 revoluzioni dell’equinoziale son meno assai che la circonferenza dell’orbe magno.

Salv. Avvertite che voi equivocate, e dite il contrario di quello che bisogna che sia scritto nel libretto: imperocchè bisogna dire che quel tale autore veniva a fare il globo terrestre troppo piccolo o l’orbe magno troppo grande, e non il terrestre troppo grande e l’annuo troppo piccolo.

Simp. L’equivoco non è altrimenti mio: ecco qui le parole del libretto: Non videt quod vel circulum annuum aequo minorem, vel orbem terreum iusto multo fabricet maiorem.

Salv. Se il primo autore abbia errato, io non lo posso sapere, poichè l’autor del libretto non lo nomina; ma ben è manifesto e inescusabile l’error del libretto, abbia o non abbia errato quel primo seguace del Copernico, poichè quel del libretto trapassa senza accorgersi un error sì materiale, e non lo nota e non lo emenda1. Ma questo siagli perdonato, come errore più tosto d’inavertenza che d’altro. Oltre che, se non ch’io sono omai stracco e sazio di più lungamente occuparmi e consumare il tempo [Non repugna il potersi con la circonferenza di un cerchio piccolo, e poche volte rivoltato, misurare e descrivere una linea maggiore di qual si voglia grandissimo cerchio.]con assai poca utilità in queste molto leggieri altercazioni, potrei mostrare come non è impossibile che un cerchio, anco non maggior d’una ruota d’un carro, co ’l dar non pur 365, ma anco meno di 20 revoluzioni, può descrivere o misurare la circonferenza non pur dell’orbe magno, ma di

  1. W Neil’esemplare dell’edizione originale posseduto dalla Biblioteca del Seminario di Padova si legge, di pugno di Galileo, la seguente postilla: «Qui è attribuito l’errore all’autor del libretto, ma veramente l’errore non vi è.» la quale è riferita, mediante un segno marginale, a ciò che in questa nostra edizione si legge dalla lin. 11 alla lin. 23 della presente pagina.