Pagina:Le opere di Galileo Galilei VII.djvu/411

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giornata terza. 403

che a tal movimento della Terra, [Al moto annuo della Terra può seguir mutazione in qualche stella fissa, non nel polo.]quando vero fusse, si dovrebbe conoscere ed osservar qualche diversità nell’alzamento ed abbassamento non del polo, ma di alcuna stella fissa verso quella parte che risponde al nostro polo.

Simp. Già intendo benissimo l’equivoco preso da costoro, ma non però mi si toglie la forza, che mi par grandissima, dell’argomento portato in contrario, quando si riferisca alla mutazion delle stelle, e non più del polo: atteso che, se il movimento della galera, di 60 miglia solamente, mi fa alzarsi una stella fissa per un grado, come non potrà molto più venirmi una simil mutazione, ed anco maggiore assaissimo, quando la galera si trasportasse verso la medesima stella per tanto spazio quant’è il diametro dell’orbe magno, che voi dite esser il doppio di quello che è dalla Terra al Sole?

Sagr. [Si rivolge l'equivoco di chi crede che al moto annuo si de' far gran mutazione circa l'elevazione d'una stella fissa.]Qui, signor Simplicio, ci è un altro equivoco, il quale veramente voi intendete, ma non vi sovviene l’intenderlo; ed io cercherò di ricordarvelo. Però ditemi: Se quando, doppo avere aggiustato il quadrante a una stella fissa, e trovato, verbigrazia, la sua elevazione esser 40 gradi, voi, senza muovervi di luogo inclinaste il lato del quadrante, sì che la stella rimanesse elevata sopra quella dirittura, direte voi perciò la stella aver acquistato maggior elevazione?

Simp. Certo no, perchè la mutazione si è fatta nello strumento, e non nell’osservatore, che abbia mutato luogo movendosi verso quella.

Sagr. Ma quando voi navigate o camminate sopra la superficie della Terra, direste voi che nel medesimo quadrante non si facesse mutazione alcuna, ma si conservasse sempre la medesima elevazione rispetto al cielo, tuttavolta che voi stesso non l’inclinaste, ma lo lasciaste stare nella prima costituzione?

Simp. Lasciate ch’io ci pensi un poco. Direi senz’altro che non la conservasse, per esser, il viaggio ch’io fo, non in piano, ma sopra la circunferenza del globo terrestre, la quale di passo in passo muta inclinazione rispetto al cielo, ed in conseguenza la fa mutare allo strumento che sopra di lei la conserva.

Sagr. Voi benissimo dite; ed anco intendete, che quanto maggiore e maggiore fusse quel cerchio sopra il quale voi vi moveste, tante più miglia bisognerebbe camminare per far che quella stella vi si alzasse quel grado di più, e che finalmente, quando il moto verso