Pagina:Le opere di Galileo Galilei VII.djvu/431

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giornata terza. 423

le velocità e le grandezze de i mobili) attribuire ad una sfera vastissima sopra tutte le altre una celerità incomprensibile, mentre le altre minori sfere si muovono lentissimamente, e più far tal moto contrario al movimento di quelle, e, per accrescere l’improbabilità, far che da quella superiore sfera sieno, contro alla propria inclinazione, rapite tutte le inferiori. E qui rimetto al vostro parere il giudicar quello che abbia più del verisimile.

Sagr. A me, per quello che appartiene al mio senso, si rappresenta non piccola differenza tra la semplicità e facilità dell’operare effetti con i mezi assegnati in questa nuova constituzione, e la multiplicità confusione e difficultà che si trova nell’antica e comunemente ricevuta; chè quando secondo questa multiplicità fusse ordinato questo universo, [Assiomi ammessi comunemente da tutti i filosofi.]bisognerebbe in filosofia rimuover molti assiomi comunemente ricevuti da tutti i filosofi, come che la natura non multiplica le cose senza necessità, e che ella si serve de’ mezi più facili e semplici nel produrre i suoi effetti, e che ella non fa niente indarno, ed altri simili. Io confesso non aver sentita cosa più ammirabile di questa, nè posso credere che intelletto umano abbia mai penetrato in più sottile speculazione. Non so quello che ne paia al signor Simplicio.

Simp. Queste (se io devo dire il parer mio con libertà) mi paiono di quelle sottigliezze geometriche, [Aristotile tassa Platone per troppo studioso delia geometria.]le quali Aristotile riprende in Platone, mentre l’accusa che per troppo studio della geometria si scostava dal saldo filosofare: ed io ho conosciuti e sentiti grandissimi filosofi peripatetici sconsigliar suoi discepoli dallo studio delle matematiche, come quelle che rendono l’intelletto cavilloso ed inabile al ben filosofare; instituto diametralmente contra a quello di Platone, che non ammetteva alla filosofia se non chi prima [si] fusse impossessato della geometria.

Salv. [Filosofi peripatetici dannano lo studio della geometria.]Applaudo al consiglio di questi vostri Peripatetici, di distorre i loro scolari dallo studio della geometria, perchè non ci è arte alcuna più accomodata per scoprir le fallacie loro; ma vedete quanto cotesti sien differenti da i filosofi matematici, li quali assai più volentieri trattano con quelli che ben son informati della comune filosofia peripatetica, che con quelli che mancano di tal notizia, li quali, per tal mancamento, non posson far parallelo tra dottrina e dottrina. Ma posto questo da banda, ditemi, di grazia, quali stravaganze o troppo sforzate sottigliezze vi rendon meno applausibile questa copernicana costituzione.