Pagina:Le opere di Galileo Galilei VII.djvu/438

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430 dialogo sopra i due massimi sistemi del mondo.

della sustanza ed essenza delle cose: però voglio che usiate diligenza di ben informarvi di molti accidenti e proprietà che singolarmente [proprietà multiplici della calamita.]si trovano nella calamita, e non in altra pietra nè in altro corpo, come sarebbe, per esempio, dell’attrarre il ferro, del conferirgli, solo con la sua presenza, la medesima virtù, di comunicargli parimente proprietà di riguardar verso i poli, sì come una tale ritiene ella in se medesima; ed oltre a questa, fate di veder per prova come in lei risiede virtù di conferire all’ago magnetico non solamente il drizzarsi sotto un meridiano verso i poli con moto orizontale (proprietà già più tempo fa conosciuta), ma un nuovamente osservato accidente di declinare (stando bilanciato sotto il meridiano già segnato sopra una sferetta di calamita), declinar, dico, sino a’ determinati segni più e meno, secondo che tal ago si terrà più o meno vicino al polo, sin che sopra l’istesso polo si pianta eretto a perpendicolo, dove che sopra le parti di mezo sta parallelo all’asse. Di più, proccurate di far prova, come risedendo la virtù di attrarre il ferro vigorosa assai più verso i poli che circa le parti di mezo, tal forza è notabilmente più gagliarda nell’uno che nell’altro polo, e questo in tutti i pezzi di calamita, il polo più gagliardo de’ quali è quello che riguarda verso austro. Notate appresso, che in una piccola calamita questo polo australe, e più valoroso dell’altro, diventa più debile qualunque volta e’ deva sostenere il ferro alla presenza del polo boreale di un’altra calamita assai maggiore: e per non far lungo discorso, assicuratevi con l’esperienza di queste ed altre molte proprietà descritte dal Gilberto, le quali tutte sono talmente proprie della calamita, che nessuna di loro compete a veruna altra materia. [Argomento concludente, il globo terrestre esser una calamita.]Ditemi ora, signor Simplicio: quando vi fussero proposti mille pezzi di diverse materie, ma ciascheduno coperto e rinvolto in un panno sotto il quale ei si occultasse, e vi fusse domandato che, senza scoprirgli, voi faceste opera d’indovinare da segni esteriori la materia di ciascheduno, e che, nel tentare, voi vi incontraste in uno il quale mostrasse apertamente di aver tutte le proprietà da voi già conosciute risedere nella sola calamita e non in veruna altra materia, che giudizio fareste voi dell’essenza di tal corpo? direste voi che potesse essere un pezo d’ebano o di alabastro o di stagno?

Simp. Direi, senza punto dubitare, che fusse un pezzo di calamita.

Salv. Quando ciò sia, dite pur risolutamente che sotto questa co-