Pagina:Le opere di Galileo Galilei VII.djvu/452

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444 dialogo sopra i due massimi sistemi del mondo.

vamento delle vere cause e primarie; non mi arrogando di potere addur tutte le ragioni proprie ed adequate di quelli effetti che mi giugnesser nuovi, e che in conseguenza io non potessi avervi pensato sopra. E quello che io son per dire, lo propongo solamente come una chiave che apra la porta di una strada non mai più calpestata da altri, con ferma speranza che ingegni più specolativi del mio siano per allargarsi e penetrar più oltre assai di quello che avrò fatto io in questa mia prima scoperta: ed ancor che in altri mari, da noi remoti, possano accadere de gli accidenti che nel nostro Mediterraneo non accaggiono, non per questo resterà di esser vera la ragione e la causa ch’io produrrò, tuttavoltachè ella si verifichi e pienamente sodisfaccia a gli accidenti che seguono nel mar nostro; perchè finalmente una sola ha da esser la vera e primaria causa de gli effetti che son del medesimo genere. Dirò dunque l’istoria de gli effetti ch’io so esser veri, e assegneronne la cagione da me creduta vera; e voi altri, signori, ne produrrete de gli altri noti a voi, oltre a i miei, e poi faremo prova se la causa da me addotta possa a quelli ancora sodisfare.

[Tre periodi dei flussi e reflussi, diurno, mestruo ed annuo.]Dico dunque, tre esser i periodi che si osservano ne i flussi e reflussi dell’acque marine. Il primo e principale è questo grande e notissimo, cioè il diurno, secondo il quale con intervalli di alcune ore l’acque si alzano e si abbassano; e questi intervalli sono per lo più nel Mediterraneo di 6 in 6 ore in circa, cioè per 6 ore alzano e per altre 6 abbassano. Il secondo periodo è mestruo, e par che tragga origine dal moto della Luna; non che ella introduca altri movimenti, ma solamente altera la grandezza de i già detti, con differenza notabile secondo che ella sarà piena o scema o alla quadratura co ’l Sole. Il terzo periodo è annuo, e mostra depender dal Sole, alterando pur solamente i movimenti diurni, con rendergli, ne’ tempi de’ solstizii, diversi, quanto alla grandezza, da quel che sono ne gli equinozii.

Parleremo prima del periodo diurno, come quello che è il principale, e sopra ’l quale par che secondariamente esercitino loro azione [Diversità che accascano nel periodo diurno.]la Luna e ’l Sole, con loro mestrue ed annue alterazioni. Tre diversità si osservano in queste mutazioni orarie: imperocchè in alcuni luoghi le acque si alzano ed abbassano, senza far moto progressivo; in altri, senza alzarsi nè abbassarsi, si muovono or verso levante ed or ricorrono verso ponente; ed in altri variano l’altezze e variano