Pagina:Le opere di Galileo Galilei VII.djvu/624

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616 esercitazioni filosofiche

vono investigarsi: così fa il saggio medico, l’esperto nocchiero, e gli altri che regolatamente procedono. Voi dite cose non conosciute dal senso, non capite dalla ragione, non conformi all’esperienze e non concordi al vero. La confusione che credete levar da gli elementi col privargli dal moto retto (comunque gli convenga, o alle parti o al tutto), la ponete nell’ordine essenziale del mondo, perchè quelle confusioni elementari sono vie alle mistioni, alle generazioni, ed a tutte le mutabilità che nella diversità del mondo sullunare si richiedono, come ho anco detto altre volte; di modo tale che, per salvare o ordinare un effetto di alcune parti, che nulla importa, volgete sossopra il mondo. Che voi stimiate, la Terra esser un de’ corpi celesti, adornata età, staremo a sentire.


Della corruttibilità de’ cieli, di alcune comete, stelle nove e macchie, che in essi sono state osservate.


Esercitazione Quarta.


Che i corpi celesti siano differenti da gli elementari, e specialmente per esser quei incorruttibili ed impassibili, e questi passibili e caduchi, oltre molti modi con i quali Aristotile lo prova, uno ne trae dall’esperienza, dicendo egli che per sensata cognizione, nè da noi nè per memoria de’ nostri antichi, si è veduto mai in cielo alcuna generazione nè corruzzione, nè altra mutabilità, come del continuo si veggono in Terra. E questa posizione viene spiritosamente impugnata da voi, Sig. Galileo, la somma delle cui ragioni è fidelmente questa: Per la distanza grande (dite) che è fra noi ed il cielo, non sarebbe possibile veder colà generazione nè corruzzione alcuna, come di qui non vedressimo queste cose se si facessero in America, ancorchè ci fusse posta dirimpetto e che ci sia tanto più vicina del cielopostille 11. Nè ci basterebbe dire, per salvar questa celeste incorruttibilità, che non si sia corrotta alcuna stella giamai; poichè, essendo così grandi che pochissime sono minori della Terra, non è ragionevole (se bene nel cielo sieno delle corruzzioni) che una di esse si corrompa, come mai si corrompe il globo della Terra intero: talchè questo non è argomento di vigore, perchè ci possono esser dell’altre corruzzioni a noi insensibili; e così per via di esperienze memorie antiche nulla conclude Aristotile: e che voi non credete esser stati in terra selinografi così curiosi, che per lunghissima serie d’anni ci abbiano tenuti provisti di selinografie così esatte, che ci possano render sicuri, niuna tal

  1. Questo non è mai da me stato detto, ma ben non intendete voi quel ch’io dico.

  1. La postilla è riferita (come indicano dei segni marginali nell’esemplare postillato) alle lin. 21-24.