Pagina:Le opere di Galileo Galilei VII.djvu/656

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648 esercitazioni filosofiche


per ciò non produca ombre formate, conio quel della Luna produce in Terra. E già nella riflession più vicina si conosce; poichè qual chiaro riflesso, quali ombre determinate si veggono, ove non giungono i raggi del Sole? Or che sarebbe in egual distanza con la Luna? Pur non ardirei negare ogni riflesso, e quel poco che nella Luna nova sottilmente falcata si vede, convengo insieme con voi esser probabilmente dalla Terra.

18. L’opinione da voi ripresa è da me parimente stimata poco vera.

19. Che la Terra operi nella Luna col lume o con il moto, come la Luna nella Terra, a me non pare nè vero nè verisimile: non già perchè non creda che il lume non sia di sua natura operativo, ondunque altrove si rifletta, riserbando egli (almeno in parte) la virtù original del suo fonte inesausto, ma per esser la Luna (come gli altri corpi celesti) di passioni corruttiveimpassibile, con la diversità e diminuzione di questo riflesso, che assolutamente scemerebbe non poco di attività che a tali effetti si converrebbe.

20. Che la Luna sia durissima, è da i Peripatetici tenuto per certo, ed è motivo più suo che vostro.

21. La continuazione, con i segni addotti, della illuminazione della Luna nelle parti ove non è rimirata dal Sole, sia dal reflesso della Terra, vi si è concesso. Parimente, che i corpi umidi si mostrino più oscuri che i secchi, gli erti che i piani, senza che tanto vi affatichiate in darno, non vi si nega.

22. Che nella Luna non si trovino nè animali nè piante, noi, che da lei ri- 20 movemo ogni generazione e corruzzione, più probabilmente di voi lo possiamo affirmare; ma voi, che la statuite generabile e corruttibile come la Terra, non so in qual modo la possiate, in bona consequenza, privare di questi effetti propri e naturalissimi di queste prime passioni. E se bene fussero di altre specie (come anco nella terra in diverse parti diverse specie si producono), non per questo potreste levargli via del tutto; anzi nello parti principali converrebbono con i nostri, cioè nell’avere anima e corpo, onde sarebbono pur animali e piante.

23. Che non fussero simili a i nostri, posto che vi fusse acqua e terra, per i varii aspetti del Sole etc., dico che tal variazione apporterebbe sì bene diversità di cose generabili, ma, essendo la cagione principale la medesima, cioè il Sole agente e la Luna passiva, atta alle generazioni e corruzzioni (come voi dite), i viventi non sarebbono di genere eccessivamente diversi da i nostri, ma avrebbono communi almeno le parti essenziali sudette. Nè la semplice vicinità del Sole farebbe incendii o sterilità in quei luoghi, a simiglianza de’ paesi situati sotto i tropici; perchè voi sapete benissimo (se pur anco in questo non sete discordante da ogn’uno), che non la pura vicinanza, ma l’aspetto per linea retta è quello che causa ardori ed incendiipostille 1 onde dicono gli intendenti, che se bene

  1. Se tu intendessi fiato, vedresti che io dico quello che dici tu stesso, e non quello che per tua ignoranza m’imponi.