Pagina:Le opere di Galileo Galilei VII.djvu/670

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662 esercitazioni filosofiche


son delle stelle, come ho pur detto. Terzo, che l’altre stelle descrivono immutabilmente il cerchio massimo dell’orbe loro, già che, come si ù dotto e si concede da ognuno, anco l’altre stelle (che sono i pianeti) variano circolo dal movimento del ratto, e nel proprio orbe non sono meno immobili delle fisse, salvo che se non vi metteste a diro che anco i moti loro siano della Terra: ed io aspetterò ancor questo, ed allora vi risponderò, so questi placiti ricercan risposta.

9. Che sia inescogitabile (il che adducete per sosto inconveniente) qual sia la solidità, di quella massima sfera, non è da maravigliarsi, essendo parimente quasi inescogitabile la natura totale de’ corpi celesti; de i quali i più intendenti ne parlano con grandissima circonspezione, eccetto che di alcuno cose, come del moto, del lume, della quantità, della figura. Sarebbe però più inescogitabile il ponerla in qual si voglia altra maniera di quella che la pongono i Peripatetici, e specialmente immobile, oziosa, fluida, come la fingete voi, e con lo stelle, vaganti ed immobili, raggirate in mille modi e pur quiete, con altre contradizzioni manifestissime, con gli inconvenienti che per conseguenza ne seguirebbono contra voi, addotti da voi medesimo. Nè per tener a segno le stelle deve quella sfera esser immobile, ma basta che vi sian fisse dentro, aggirandosi pur ella.

10. Nè la settima instanza è di vigor alcuno, già che appunto a quel corpo supremo devo attribuirsi suprema invincibil forza e dominio sopra gli altri, quasi nel modo che l’omnipotente Iddio l’ha sopra lui e sopra tutto il resto dell’universo, sì che sarà convenevolissimo che seco rapisca gli altri corpi inferiori, per conferirgli virtù, la qual diffonda a proporzione e con ordine al fine; onde se sino alla Terra non si estenda, ciò deve esser non per mancamento di potere, ma per altri fini da noi non conosciuti e perchè poco a questo infimo elemento una cotal participaziono sia di mestieri. Già gli ordini e l’opre tutte della natura hanno il principio, la regola e la misura, da’ fini a’ quali sono ordinate, e con questi più tosto che con la vastità della mole o con la imperfezzione della materia si conformano. Gli intoppi che si trovano nel far mover la Terra e star fermo il cielo divengono da più alta cagione che da questa vostra fievole, i quali ho accomiati e forse toccati a bastanza di sopra.

11. Che un corpo semplice abbia naturalmente un moto semplice, è vero; ma non repugna, anzi per diversi elletti (come ho detto ancora) è necessario, che partecipi de gli altri. E poi per questa ragione avreste da constituir immobili anco l’altre sfore celesti, o dargli un moto solamente; e pur l’uno e l’altro è falsissimo, e si vede con manifesta esperienza, non che con dottrine universali dogli astrologi, ricevute da ogn’uno: o finalmente avreste da dire, che di tanti movimenti si mova la Terra sola, quanti si ricerchercbbono per salvare tutti quei moti che in tutti gli corpi celesti si veggono e si osservano. E perchè ella non ha un semplice moto? come gli ne tribuite tanti, più tosto che a i corpi celesti? perchè la fate diventar il fac totum, e tutti gli altri da poco o da niente? For-