Pagina:Le opere di Galileo Galilei VII.djvu/691

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di antonio rocco. 683


di punti o di niuna quantità; perchè voltando in giro la sfera sopra l’istesso piano, senza variar sito o distanza, sempre toccherebbe in un punto, e così i punti contigui, anzi continui, a i punti la constituirebbono; overo bisognerebbe venir a dar altro contatto che di punti, e così non toccherebbe in un punto. Ed essendo il punto indivisibile, non può conferir esser divisibile, nè quanto, nè circolare; perciò seguirebbe finalmente che la sfera saria indivisibile, non quanta, non sfera, non sferica. Nè la vostra dimostrazione può levar questi evidentissimi assurdi, anzi sarebbe meno inconveniente (secondo il mio giudizio) dire che una linea retta tirata tra due punti non sia sola la brevissima: e questo concluderete con la nostra dimostrazione in questo senso, che ella sia brevissima sì che non ve ne sia alcuna altra più breve; ma altre ugualmente brevi, non sia alcuno inconveniente, come mostrate: ed in questa maniera non supponerete una falsità manifesta per salvar una proposizione che ha diverse interpretazioni; già i superlativi nell’esposizion negativa ammettono gli eguali, e così sarebbe al proposito. Io so però benissimo che la ragione per la quale sia stimata vera la predetta proposizione, Sphaera tangit planum in puncto, è perchè il circolare s’adeguerebbe al piano, onde non saria circolare (ed ha buona apparenza): ma chi dicesse (rimettendomi per sempre a miglior intelligenza), che nella brevità del piano, ove accade il contatto con la sfera, si trovi in quantità reale respettiva indifferenza all’esser piano e circolare, avrebbe forse detto meglio che in altra maniera, nè si sarebbe forzato a dire che nel punto fusse curvatura, come bisognerebbe dire se toccasse in punto, poichè per levarsi dal piano doverebbe il punto subito far parte di arco. Nè io intendo usar la distinzione di sfere astratte e materiali, come fa il vostro Simplicio; anzi essendo le matematiche scienze reali, hanno da verificarsi realmente e da esser applicate alle cose esistenti, come dite ancor voi, onde possino trovarsi e piani perfetti e figure sferiche perfettissime. Avrei per minor assurdo che le superficie piane tra loro si toccassero in un punto, che la sfera il piano. Di queste e simili difficultà avrei ben caro aver le evidenze infallibili che vantano i matematici.

Resta che diciamo alcuna cosa particolare circa la risposta che date al decimo argomento, delle nuvole e de gli ucelli. Dite per tanto, che perciò queste varia-

    non sarebbon le prime; ma le parti quante son divisibili, adunque composte, adunque non prime.
      tu stesso, oh Peripatetico, affermi e pronunzii, il continuo esser composto d’indivisibili, mentre dici esser composto di parti sempre divisibili.
      le vere componenti son quelle che compongono senz’esser composte.
      non sono le 100 parti che compongono la linea, perchè le 200 compongon la medesima linea ed anco le 100 sincategorimatice.