Pagina:Le opere di Galileo Galilei VII.djvu/723

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di antonio rocco. 715


circa lo scoprirsi ed ascondersi; il quale, quando l’averete compreso, vedrete quanto sia lontano al potersi adattarci al fatto delle stello nuove.

E prima, conietturo il bisogno vostro circa l’intelligenza delli accidenti delle Medicee dal vostro modo di parlare, mentre dite: Le Medicee col volgersi solamente nell’epiciclo intorno a Giove, e con restare ora luminose dal Sole (credo che vogliate dire illuminate), ora dall’assenza di esso tenebrose ed invisibili. Qui, primieramente, mostrate di credere che del comparire  1 ora luminose ed ora restar tenebrose ed invisibili ne sia causa l’avvicinarsi ed assentarsi dal Sole, che tal senso, e non altro, si cava dal vostro discorso: il qual  2 detto è vanissimo, attesochè un oggetto per sè stesso tenebroso, e che da uno splendentissimo venga, in distanza, v. g.; di cento miglia, reso lucido e visibilissimo, cosa molto semplice sarebbe il dire che l’allontanarsi  3 da quello che l'illumina un braccio o due di più, lo privasse dell'illuminazione e lo rendesse invisibile; nè più che in tal proporzione appressano ed assentano le Medicee al Sole i diametri de’  4 lor  5 cerchietti. E non v’aspettate  6, Sig, Rocco, di potere glosare il vostro detto e ridurlo a buon senso dopo che averovvi dichiarato come cammina l'occultazione di tali stelle, perchè voi nè pur nominate i termini principali, anzi unichi e singolari, che in tale operazione intervengono. Voi non accennate, non che specifichiate, nè interposizione di Giove tra le sue stelle ed il Sole: voi non dite, Giove esser per sè stesso opaco e privo di luce, e però spargere il cono della sua ombra all' opposto del Sole; nè parimente dite che questo medesimo fanno le medesime stelle sue seguaci, nè mai in somma nominate eclisse: e pur questa è la sola cagione della occultazione di quelle. Per tanto sappiate, Signor mio, che, essendo il corpo di Giove non meno tenebroso della Luna e della Terra, e splendido solamente in quella parte che i raggi solari percuotono  7, dalla parte opposta, non meno della Terra e della Luna, distende in forma di cono la sua ombra; per il qual cono tenebroso dovendo passare le quattro stellette  8, mentre sono nella

  1. dal comparire, V
  2. che tal senso si trae, e non altro, dal vostro motto di parlare: il qual, M; chè tal senso, e non altro, si trae dal vostro modo di parlare: il qual, L
  3. l’allontanarlo, M, L
  4. Sole il diametro de’, V
  5. s’appressano ed assentano le Medicee dal Sole di diametri de’ lor, M
  6. l’allontanarlo un braccio o due più da quel che l’illumina (che in tal proporzione appressano e allontanano le Medicee al Sole i diametri de’ loro cerchietti) dovesse renderlo al tutto invisibile e tenebroso. E non aspettate, L
  7. lo perquotono, M. In I, manca da e della Terra (lin. 20) a e della Luna (lin. 31).
  8. stelle, M