Pagina:Le opere di Galileo Galilei VII.djvu/729

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di antonio rocco. 721


voi spaccerete loro per balordi e corrivi, e sentenzierete voi stesso per immeritevole de gli onori offertivi.


Per la fac.  1 173 o 1831 [pag. 686, lin. 30 — pag. 688, lin. 6].

Voi. Sig. Rocco, mi schernite, anzi strapazzate e predicate per ignorante in tanti luoghi di questo vostro libro, che forse sareste andato con più riservo se vi foste immaginato che potesse accadere che io vi avesse a palesare per assai meno intelligente di me; perdio P esser vinto in materia di dottrina  2 da uno che sappia più di voi, è assai men vergogna elio il ridursi a dover cedere ad uno da voi medesimo io reputato e sentenziato per debolissimo. Nò in questo caso conosco che possa schivarvi il cordoglio altro che quella medesima cosa che vi mosse a scrivermi contro, cioè il non mi essere io saputo ne’ miei discorsi così bene dichiarare, che voi poteste intendere qualcuna delle mie più essenziali proposizioni; e perchè P istesso indubitabilmente vi è per accadere se mai vedrete queste mie postille, resta per vostro scampo l’incapacità e P impersuasibilità, le quali non vi lasciano  3 sentire il dolore. Dell’esser poi voi veramente impersuasibile, evidente esempio ne porgete nel pretender di mantenere vera la presente proposizione di Aristotile: e Dio vi guardi che di tal vostra pretensione  4 altro che una fissa ostinazione ne fusse cagione, perchè questa finalmente non è infirmiti incurabile, come è la stupidità di mente e naturai torbidezza di cervello. Voi dite, verissima esser la proposizione di Aristotile, che le velocità  5 de’ gravi descendenti ritengono tra di loro la proporzione medesima che la gravità di essi; sì che una palla di artiglieria di 100 libbre, venendo dall’altezza di cento braccia, arriverà in Terra quando che una di moschetto di una libbra, partendosi dalla medesima altezza, nell’istesso tempo sia scesa un solo braccio: e la verità di tale effetto soggingnete doversi trarre dalla ragione, e non dalla esperienza  6, so la quale dite non esser di momento alcuno, ma ben manchevole per difetto del senso, conciosiaehè il tempo nel quale si passa lo spazio

  1. Nella fac. V
  2. di dottrine, M, L
  3. non vi lascieranno, M, L
  4. pretensione ne fosse causa altro che un fisso stabilimento di voler far credere a i semplici quello che forse non credete voi stesso, perchè questa, L
  5. la velocità, V, L; la velocità corretto in le velocità (oppure le velocità corretto in la velocità?), M
  6. dalla mia esperienza, M, L
  1. La pag. 183 nell’ediz. orig. delle Esercitazioni filosofiche ha, per errore, il numero 173.